Martin Brookes, La genetica Editoriale Scienza pagg. 106-107, 18 ottobre 2001
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Retrovirus – «Il dogma centrale di Watson, che generalmente viene ancora accettato, affermava che l’informazione genetica fluisce sempre in un senso: il Dna fa l’Rna, che a sua volta fa le proteine
Retrovirus – «Il dogma centrale di Watson, che generalmente viene ancora accettato, affermava che l’informazione genetica fluisce sempre in un senso: il Dna fa l’Rna, che a sua volta fa le proteine. Tuttavia nel 1964 Howard Temin scoprì un’importante eccezione a questa regola. Temin stava lavorando su un bizzarro virus che, come materiale genetico, aveva l’Rna anziché il Dna. Temin aveva scoperto che, se inoculava in una potenziale cellula ospite un inibitore chimico della sintesi o della trascrizione del Dna, il virus non era in grado di infettarla. Questo suggerì immediatamente che i virus con Rna per autocopiarsi avevano bisogno di sintetizzare il Dna. In altre parole, Temin aveva scoperto che esisteva un flusso inverso di informazione genetica, Nel 1970 Temin e Baltimore scoprirono che i virus con Rna dispongono di uno speciale enzima che consente di usare l’Rna come stampo per la sintesi di un Dna complementare. Lo chiamarono transcriptasi inversa, e i virus che lo contenevano vennero denominati retrovirus, a causa della loro capacità di invertire il normale corso del flusso di informazione. Quando un retrovirus è penetrato nella cellula ospite, l’enzima della transcriptasi inversa sintetizza un filamento di Dna complementare allo stampo di Rna. Il filamento singolo di Dna produce poi un filamento complementare e il doppio filamento di Dna si inserisce in uno dei cromosomi dell’ospite. Successivamente il Dna viene trascritto in molecole di mRna a filamento singolo, Alcune di queste molecole passano alle fabbriche di proteine della cellula per essere tradotte in proteine virali. Le rimanenti vengono incapsulate in queste proteine, così da formare nuove particelle virali, A questo punto i nuovi virus scoppiano fuori dalla cellula ospite e ripetono l’intero sgradevole processo in un’altra cellula ignara» [Martin Brookes, 106-107]