Kevin Davies, Il codice della vita, Mondadori pag. 45, 141-143, 18 ottobre 2001
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Vita – «La scienza della vita è una sala superba, illuminata da luci sfolgoranti, che si può raggiungere solo attraversando una cucina lunga e orribile» (Claude Bernard) [Kevin Davies, 45]
Vita – «La scienza della vita è una sala superba, illuminata da luci sfolgoranti, che si può raggiungere solo attraversando una cucina lunga e orribile» (Claude Bernard) [Kevin Davies, 45]. «Sarebbe possibile definire il numero minimo di geni necessari per la vita?» Secondo Venter e Fraser tra 250 e 350, tenendo conto del Mycoplasma genitalium, con un centinaio di geni dalla funzione misteriosa. «Per quanto possono essere interessanti questi risultati, vi era un metodo molto più diretto per valutare il corredo minimo di geni necessari per la vita; Venter spiegò seccamente che consisteva nel creare e testare un cromosoma artificiale basato su vettori, esperimento ancora in attesa di una valutazione etica». Punto chiave: il Dna deve duplicarsi da sè. Fraser: «Tuttavia vi sono anche diversi problemi tecnologici». «Il paleoantropologo Richard Fortey ha scritto che quella scintilla vitale che ha permesso il passaggio dalla materia inanimata alla materia animata si è verificato una volta e una soltanto, e tutte le forme di vita esistenti dipendono da quel singolo momento. Ciononostante, costruendo un mucchio di geni, aggiungendone uno dopo l’altro a un cromosoma sintetico sistemato all’interno di un involucro di batterio latente, Venter potrebbe far scaturire di nuovo quella scintilla vitale. Quando si sentì chiedere se stesse giocando a fare Dio, Bill Haseltine rispose freddamente che non sarebbe stato poi così male» [Kevin Davies, 141-143].