12 novembre 2001
Beccari Emilio, detto Delvino, di anni 76. Ferrarese, per anni custode in un centro sportivo vicino a Milano, raggiunta la pensione era tornato nel suo paese d’origine, Formignana
Beccari Emilio, detto Delvino, di anni 76. Ferrarese, per anni custode in un centro sportivo vicino a Milano, raggiunta la pensione era tornato nel suo paese d’origine, Formignana. Vedovo dal ’95, viveva con la figlia Violetta, di anni 45, poliomelitica, immobilizzata a letto, che accudiva con l’aiuto di una signora ucraina. Negli ultimi tempi, divenuto assai inquieto, visitava spesso la tomba della moglie, entrava e usciva da tutte le stanze di casa senza riuscire a fermarsi. Stufa di quell’andirivieni, giovedì 1 l’infermiera se ne andò. Due giorni dopo, il Beccari s’avvicinò silenzioso alla figlia che dormiva e la strangolò. Soffocò il cane e il gatto, li adagiò delicatamente al fianco e ai piedi del cadavere. Si tagliuzzò gambe e braccia, legò una corda ai piedi del suo letto, si avvolse le caviglie con un giro di scotch, strinse la corda intorno al collo e si stese, in attesa di morir soffocato o dissanguato.