Lorenza Foschini, "Inchiesta sui misteri di fine millenio", Rai-Eri-Rizzoli, 13 novembre 2001
Marthe-Louise Robin. Rapporto destinato al Vaticano di Jean Dechaume, primario della clinica neuropsichiatrica, e André Richard, medico, entrambi di Lione
Marthe-Louise Robin. Rapporto destinato al Vaticano di Jean Dechaume, primario della clinica neuropsichiatrica, e André Richard, medico, entrambi di Lione. «Alle 12.14 abbiamo proceduto all’esame fisico della signorina Robin. Abbiamo provveduto a spogliare l’ammalata. Abbiamo potuto constatare che il soggetto non presentava deperimento organico (non mangiava da 14 anni e non beveva da 12). La testa e il volto e le mani presentavano ciò che si è convenuto chiamare le stigmate sanguinanti. Al momento della svestizione abbiamo constatato una larga macchia di sangue sulla camicia, quasi al centro del petto, della dimensione di mezzo palmo di mano. Dopo aver constatato l’esistenza delle stigmate le abbiamo lavato la fronte, il viso e le mani. La pelle è assolutamente intatta: non c’è traccia di ferita o cicatrici. Non abbiamo trovato in nessun punto del corpo la minima ulcerazione, e nemmeno la più piccola lesione che potesse giustificare la provenienza di così abbondante sangue. Secondo le dichiarazioni della paziente c’è una debole emissione di urina ogni tre settimane circa. Le feci sarebbero ancora meno frequenti. La signorina Robin non presenta turbe psichiche, non c’è alcuna alterazione della affettività, niente turbe di carattere». Un medico ateo, il dottor Chochoud, dopo un colloquio, disse: «Questa piccola contadina è una donna superiore. La malattia l’ha concentrata. Non dorme. Quindi pensa senza sosta. E’ un cervello, forse uno dei cervelli più esercitati del nostro pianeta».