Giovanni Ansaldo, ìOre napoletaneî, F. Fiorentino editore, 13 novembre 2001
Gloria. «Lunedì sera la marchesa di Mottola, dopo aver fatto servire ai suoi ospiti una cena fredda sul suo terrazzo, che si gode gli stupendi lecci del parco Pignatelli, ebbe la mente accesa dal desiderio di inaugurare un album, su cui i convitati apponessero la loro firma e, s’intende, qualche motto grazioso
Gloria. «Lunedì sera la marchesa di Mottola, dopo aver fatto servire ai suoi ospiti una cena fredda sul suo terrazzo, che si gode gli stupendi lecci del parco Pignatelli, ebbe la mente accesa dal desiderio di inaugurare un album, su cui i convitati apponessero la loro firma e, s’intende, qualche motto grazioso. Tutti presenti protestarono inorriditi contro questo ripristino di un uso che era molto divulgato ai tempi di Nonna Speranza. Tutti dichiararono che mai, e poi mai, avrebbero apposto la firma su un album. Castelmola, più conciliante, propose una transazione: che l’album non si chiamasse album, ma liber amicorum. A questo patto, stancamente, la cosa passò. E tutti firmarono. Ma quanto a motti, a versicoli, a facezie, quale poltroneria! Gli invitati della Marchesa, i quali fino allora erano stati brillantissimi nella conversazione, dinanzi alla pagina bianca, stavano un attimo nella posizione di San Giovanni l’Evangelista, quando a Patmos aspettava che l’aquila gli suggerisse qualche versetto; poi, visto che la loro aquila non suggeriva un bel niente, passavano il liber amicorum al vicino. Unica eccezione il professor Giordani. Il quale, avendo avuto l’onore di firmare subito dopo Donna Gloria Croce di Sangro, scrisse: ”Oh Gloria! Il solo modo di raggiungerti!”. E firmò» (25 luglio 1962).