Salute di sorrisi e canzoni n. 31 novembre 2001 pag. 60, 14 novembre 2001
E’ la solita storia. Un importante appuntamento di lavoro, una riunione di famiglia a cui non potete mancare, un viaggio all’estero con amici
E’ la solita storia. Un importante appuntamento di lavoro, una riunione di famiglia a cui non potete mancare, un viaggio all’estero con amici. Insomma: dovete prendere l’aereo e la sola idea vi terrorizza. Quante volte avete giurato che «basta, la prossima volta prendo il treno anche per l’Africa», salvo poi ritrovarvi lì, sulla scaletta, con sguardo vitreo e il cuore a cento all’ora? Bene, vi diciamo subito che non siete sole. Senza scomodare esempi celebri (la cantante Aretha Franklin non fa concerti al di là dell’Oceano, il calciatore olandese Dennis Bergkamp non partecipa alle trasferte più lontane), a non gradire gli spostamenti in alta quota sarebbe addirittura un italiano su due. E non è affatto un’esclusiva degli italiani. «A soffrire della cosiddetta aviofobia è quasi il 50% della popolazione mondiale che vola periodicamente» dice Marco Rudan, responsabile dei corsi «Voglia di volare» organizzati da Alitalia (vedi riquadro in questa pagina). Ma qual è l’identikit del fifone dell’aria? «Ha fra i 30 e i 50 anni, è sposato, con figli, il suo livello d’istruzione è medio-alto. Ha un carattere ansioso, soffre quando deve allontanarsi da casa e soffre le situazioni che non può controllare». Già, l’ansia: la perdita di contatto con il suolo coincide con il timore di perdere anche il controllo della situazione. La sola idea di non avere via di scampo in caso di un guasto serio ai motori vi scatena tachicardia, sudorazione eccessiva, attacchi di panico. «I motivi alla base della paura di volare sono due» dice ancora Marco Rudan. «Anzitutto il fatto di allontanarsi bruscamente dalle proprie cose, quella ”cuccia affettiva” rappresentata dalla propria lingua, il proprio cibo, le proprie abitudini igieniche. In secondo luogo c’è la scarsa conoscenza dell’aereo dal punto di vista tecnologico e la ritrosia ad affidare la propria vita a persone sconosciute, in questo caso l’equipaggio». Soluzioni? A meno che non vogliate rinunciare per sempre all’aereo, dovrete imparare a volare correttamente risolvendo una serie di nodi psicologici. Sì, perché la paura di volare è il sintomo di molti disagi: la paura della morte, della separazione, la mancanza di fiducia negli altri. Una volta superato tutto questo, la qualità della vita non può che migliorare.