Francesco Maiello, ìStoria del calendarioî , Einaudi, 14 novembre 2001
Lungo la strada che da Gorizia conduce a Codroipo, presso una villa chiamata Campolongo, cresceva, verso la fine del ’500, un vecchio noce dalle straordinarie proprietà: ogni anno, la vigilia di San Giovanni Battista, quando la vegetazione è più rigogliosa, mostrava rami privi di gemme come fosse pieno inverno; il giorno seguente (24 giugno), grazie all’intervento del santo, i goriziani assistevano al miracoloso rivestirsi dell’albero, improvvisamente ricoperto di un ricco fogliame e di frutti promettenti
Lungo la strada che da Gorizia conduce a Codroipo, presso una villa chiamata Campolongo, cresceva, verso la fine del ’500, un vecchio noce dalle straordinarie proprietà: ogni anno, la vigilia di San Giovanni Battista, quando la vegetazione è più rigogliosa, mostrava rami privi di gemme come fosse pieno inverno; il giorno seguente (24 giugno), grazie all’intervento del santo, i goriziani assistevano al miracoloso rivestirsi dell’albero, improvvisamente ricoperto di un ricco fogliame e di frutti promettenti. La vigilia dei San Giovanni del 1583 scoppiò a Gorizia una polemica tra alcuni mercanti luterani e Mattia Serrar, gastaldo della città, sulla riforma del calendario di Gregorio XIII che aveva cancellato l’anno precedente 10 giorni per correggere la differenza tra moto del sole e calcolo umano accumulata in sedici secoli. I protestanti accusavano il Papa di aver scombinato tutte le feste e spostato, in particolare, quella del solstizio estivo. Il gastaldo, cattolico, difendeva Sua Santità e per dimostrare agli eretici da che parte fosse la ragione propose una semplicissima verifica: se il papa avesse alterato l’ordine temporale il noce avrebbe dovuto coprirsi di foglie e di frutti, a causa della soppressione di 10 giorni, solo il 4 luglio successivo, e il ripetersi del miracolo a San Giovanni sarebbe stato il segno che la riforma era accettata da Dio. La prova sembrò decisiva anche ai mercanti che stabilirono un appuntamento per l’indomani. La sera Mattia Serrar si incamminò verso Codroipo e, accampatosi sotto il noce, spoglio come tutte le vigilie del Battista, attese l’alba che gli portò la lieta novella di rami verdeggianti e carichi di noci, uno dei quali portò come prova al luogotenente e ai suoi assistenti al tribunale della città che lo inviarono al papa.