Francesco Maiello, ìStoria del calendarioî , Einaudi, 14 novembre 2001
In Italia i calendari cinquecenteschi si chiamavano lunari e potevano contenere sia le fasi della luna nell’anno in corso (come quello di Lucca per il 1565), sia le date di quella nuova e piena per alcuni anni (come nei numerosi testi editi a Venezia dal 1491)
In Italia i calendari cinquecenteschi si chiamavano lunari e potevano contenere sia le fasi della luna nell’anno in corso (come quello di Lucca per il 1565), sia le date di quella nuova e piena per alcuni anni (come nei numerosi testi editi a Venezia dal 1491). Il calendario lunare, contrariamente a quello basato sulla divisione dell’anno in 12 parti, fa riferimento a moti astrali chiaramente identificabili, all’osservazione dei fenomeni celesti: per questo era alla portata di tutti, come sottolineava con una battuta il matematico Giovanni Padovani nel 1576, per il quale era un metro da usare "senza scienza di lettere, over l’intelligenza di calcoli".