Salute di sorrisi e canzoni n. 31 novembre 2001 pag. 63, 14 novembre 2001
Altro discorso, invece, in caso di eventuali difficoltà in famiglia. «A volte i genitori riflettono le proprie preoccupazioni sui figli», dice ancora Silvia Mazzoni, «e inconsciamente comunicano loro la volontà di averli al fianco: a questo punto, i bambini si sentono responsabilizzati e hanno paura che, allontanandosi da casa, la situazione possa precipitare»
Altro discorso, invece, in caso di eventuali difficoltà in famiglia. «A volte i genitori riflettono le proprie preoccupazioni sui figli», dice ancora Silvia Mazzoni, «e inconsciamente comunicano loro la volontà di averli al fianco: a questo punto, i bambini si sentono responsabilizzati e hanno paura che, allontanandosi da casa, la situazione possa precipitare». I sintomi e il modo di intervenire per risolvere il problema cambiano a seconda delle età: «Parlare con i più piccoli è particolarmente difficile» spiega la Mazzoni «perché spesso non sono neanche in grado di capire quale sia la fonte della loro inquietudine. Mentre può essere più facile cercare il dialogo con gli adolescenti, anche se tendono spesso a ribellarsi. L’intervento della famiglia e della scuola, da questo punto di vista, risulta in ogni caso molto importante». Tre casi da tenere d’occhio. Se la famiglia si è trasferita, e i genitori non si sono integrati in una nuova città, trasmettono ai figli questa loro visione negativa. Una delle conseguenze è che in casa il bimbo parla, mentre a scuola si chiude in se stesso. Se abita in un quartiere degradato, l’adolescente avverte la differenza tra la realtà quotidiana e il mondo della scuola. In genere tende a fare gruppo con i ragazzi del quartiere piuttosto che con i suoi compagni di studio. Se ha vissuto un evento traumatico, per esempio un lutto di un parente stretto o ha assistito a un incidente stradale, questo può essere per il bambino motivo di paura e insicurezza. Prima infanzia. CAUSE. In questa fase vedere i genitori litigare troppo spesso può convincere il bambino a sentirsi indispensabile per la tranquillità familiare. SINTOMI. Il pianto è il segnale più comune. Ma i più piccoli tendono a somatizzare con mal di testa, mal di pancia cronico e talvolta anche il vomito. RIMEDI. Cercate di parlargli in un momento di particolare serenità, magari quando si sta addormentando o quando state giocando con lui. Servirà a rassicurarlo. 6-11 anni CAUSE. il periodo fondamentale per la socializzazione e lui può sentirsi rifiutato dai compagni. Se c’è un fratellino in arrivo, poi, il disagio può aumentare. SINTOMI. Capita che siano molto irrequieti a scuola (non riescono a rimanere seduti al banco durante le lezioni) e abbiano difficoltà a finire tutti i compiti. RIMEDI. Portatelo al cinema o a visitare un museo. Se il problema è il rapporto con i compagni, organizzate feste in casa e fate amicizia con i genitori dei suoi amichetti. adolescenza CAUSE. Se il rapporto con gli insegnanti non è buono, un rimprovero viene percepito come un’ingiustizia e un’umiliazione di fronte ai compagni. SINTOMI. A questa età, è facile che si cominci a marinare la scuola e che ci si rifiuti di finire i compiti. Alle superiori si può arrivare persino ad abbandonare il corso. RIMEDI. più che mai importante che scuola e genitori collaborino perché il rifiuto, più grave a questa età, non sia percepito come un fallimento personale.