Salute di sorrisi e canzoni n. 31 novembre 2001 pag. 76, 15 novembre 2001
Una volta, i parrucchieri scherzavano fra di loro parlando delle clienti che decidevano di occuparsi da sé dei loro capelli
Una volta, i parrucchieri scherzavano fra di loro parlando delle clienti che decidevano di occuparsi da sé dei loro capelli. Dicevano: «Facciano... tanto poi dovranno tornare a rimetterli a posto». E avevano ragione. Nel 90% dei casi i risultati erano pessimi: colori sbagliati, ciocche impastate, punte bruciacchiate. E tutte, tornando a Canossa, tiravano fuori le bugie più assurde: dall’«ero in vacanza, non volevo andare da un altro parrucchiere...», a quelle più lacrimose che coinvolgevano bambini malati e nonne all’ospedale. Ora però le cose sono cambiate, e i parrucchieri devono ormai rendersi conto che almeno il 40 % della clientela abituale «ha imparato» e ormai da loro ci va solo un paio di volte l’anno, per farsi regolare i capelli. Tra parentesi: onore al merito di Jean Louis David, che già nei primi Anni 60 aveva capito che sarebbe andata così e ha puntato tutto sul taglio: ora i suoi negozi sono «botteghe di styling», in cui ci si taglia i capelli e poi per sei mesi si è a posto. L’idea David l’aveva avuta da una fidanzata americana che al college faceva con le amiche l’«istituto di bellezza della domenica sera», per aiutarsi l’un l’altra coi capelli. Ora, anche le aziende di prodotti per capelli si sono date da fare, mettendo in commercio prodotti simili a quelli da parrucchiere, solo più semplici da usare.