Francesco Maiello, "Storia del calendario", Einaudi., 15 novembre 2001
Demolendo nel 1732 uno dei frontoni del castello di Coedic, nella diocesi di Vannes, in Bretagna, gli operai trovarono, all’interno di una nicchia in muratura, insieme ai cocci di un vaso di terracotta, un pezzetto di legno di circa 14 centimetri per 8, sul quale erano incisi dei geroglifici incomprensibili
Demolendo nel 1732 uno dei frontoni del castello di Coedic, nella diocesi di Vannes, in Bretagna, gli operai trovarono, all’interno di una nicchia in muratura, insieme ai cocci di un vaso di terracotta, un pezzetto di legno di circa 14 centimetri per 8, sul quale erano incisi dei geroglifici incomprensibili. Temendo che fosse uno strumento diabolico, decisero di gettarlo alle fiamme. La "tavoletta infernale" sarebbe stata senz’altro ridotta in cenere se l’illuminato signore del luogo non si fosse fatto avanti per impossessarsi dell’oggetto, che spedì subito a Parigi a un amico accademico. Si scoprì così che il pezzetto di legno era in realtà un calendario. La tavoletta era incisa sui due lati, ciascuno dei quali rappresentava sei mesi, con sei linee orizzontali intervallate da piccoli incavi rotondi, uno per ogni giorno; sopra, una serie di segni indicavano le feste più importanti: una croce il primo gennaio, un giglio stilizzato la festa della Madonna, un’ascia le sante vergini e martiri.