A. Ni. su Corriere della Sera del 14/11/01 a pagina 8., 14 novembre 2001
Ahamad Joivid, afghano, ha passato venti giorni a pane e acqua nella prigione Sarak i Ansari a Kabul
Ahamad Joivid, afghano, ha passato venti giorni a pane e acqua nella prigione Sarak i Ansari a Kabul. Colpevole di essersi tagliato la barba, è stato rinchiuso in cella con altre trenta persone, senza nemmeno lo spazio per allungare le gambe, nessun materasso, nessuno spazio privato. Solo i bagni in cui lavarsi prima delle preghiere erano decenti. Appesa alla porta dell’aula per le lezioni di morale e religione c’era la Darrà, una striscia di cuoio larga e pesante. Secondo la legge coranica dovrebbe essere usata da un giudice come punizione simbolica. I talebano la utilizzavano come una frusta. Nei depositi della prigione si conservavano svariati oggetti giudicati peccaminosi, ad esempio videocassette di film americani, ma anche la versione inglese del "Gesù di Nazaret" di Z.effirelli.