Valter Boggione ñ Giovanni Casalegno, 2Dizionario storico del lessico erotico italiano", Longanesi, 22 novembre 2001
Cazzo. «La nostra lingua ha vocaboli di espressività impareggiabile: la stessa voce cazzo merita tutta la fortuna che dalle parlate dell’Italia centrale le ha permesso di imporsi sui sinonimi dei vari dialetti
Cazzo. «La nostra lingua ha vocaboli di espressività impareggiabile: la stessa voce cazzo merita tutta la fortuna che dalle parlate dell’Italia centrale le ha permesso di imporsi sui sinonimi dei vari dialetti. Anche nelle altre lingue europee mi pare che le voci equivalenti siano tutte più pallide. Và dunque rispettata, facendone un uso appropriato e non automatico; se no, è un bene nazionale che si deteriora, e dovrebbe intervenire ”Italia Nostra”» (Calvino, Parolacce, 304). L’etimologia del fortunatissimo termine è tuttora controversa. Prati, ”Vicende”, 191-192, partendo dal passo di Rustico di Filippo, lo fa derivare da cazza, ”mestolo”, con cambio di genere conseguente al riferimento al genitale maschile. Il ”Dizionario Etimologico Italiano” di Battisti-Alessio (Barbera 1968), invece, lo collega al greco akàton, ”albero della nave”. Più recentemente Crevatin ha proposto la derivazione da oco ”maschio dell’oca”, con l’aggiunta del suffisso spregiativo ”azzo e l’aferesi della vocale iniziale. Il Dizionario etimologico della Lingua Italiana di Cortellazzo-Zolli (Zanichelli, 1979-88) propende per questa ultima ipotesi in considerazione del fatto che in alcuni dialetti oco e oca indicano il membro.