Giuliano da Empoli, ìUn grande futuro dietro di noi. I giovani e la crisi italianaî, Marsilio, 23 novembre 2001
L’esempio dell’Università. «E’ noto che le università italiane sono (sovra)affollate da una netta prevalenza di studenti provenienti da nuclei familiari appartenenti al ceto medio e alle fasce di reddito più elevate
L’esempio dell’Università. «E’ noto che le università italiane sono (sovra)affollate da una netta prevalenza di studenti provenienti da nuclei familiari appartenenti al ceto medio e alle fasce di reddito più elevate. Costoro (e tra loro una sbalorditiva quota di fuori-corso) coprono, tra tasse e contributi, solo l’8 per cento del costo dei propri studi universitari. Il che significa che il restante 92 per cento delle spese resta a carico dello Stato, cioè della collettività. Ogni famiglia che manda un figlio all’università riceve, insomma, una donazione annuale di 308 mila lire da ben diciassette famiglie che non hanno figli universitari (poco meno di quattro milioni e mezzo). E dal momento che una netta maggioranza delle diciassette famiglie donanti è generalmente meno abbiente della famiglia donataria, non è assurdo definire la semigratuità degli studi universitari un clamoroso regalo alle classi medie, i cui costi ricadono per la maggior parte sui ceti più deboli».