Roberto Beretta su Avvenire del 16/11/01 a pagina 21., 16 novembre 2001
Dalla vita di Bobby Fischer, campione mondiale di scacchi americano, ora animato da un forte sentimento anti-americano
Dalla vita di Bobby Fischer, campione mondiale di scacchi americano, ora animato da un forte sentimento anti-americano. Nel 1975 le autorità scacchistiche gli tolsero il titolo mondiale: aveva stilato una lista di 43 «condizioni irrinunciabili», tra cui il tipo di poltroncina su cui sedere, per poter giocare con il russo Karpov. Nel 1992 torna alla ribalta per sfidare il russo Spassky (già battuto nel 1972) per un premio di oltre 3 milioni di dollari; nonostante l’ordine imposto dal governo Usa di non violare l’embargo imposto alla ex-Jugoslavia, la sfida si svolse in Montenegro (e Spassky venne nuovamente battuto): da allora Fischer non può rientrare in America pena l’arresto. Negli ultimi anni circolano voci di un suo ritorno su internet: ci sarebbe la sua mano e il suo stile dietro alcune partite giocate (e vinte) via Web.