Rory Cappelli su I Viaggi di Repubblica del 15/11/01 a pagina 29., 15 novembre 2001
"Portavo sempre a letto con me la mia bambola; le creature umane devono amare qualche cosa, e, in mancanza di più degni oggetti d’affetto, riuscivo a trovar piacere nell’amare e carezzare una bamboletta sbiadita e misera come uno spaventapasseri in miniatura
"Portavo sempre a letto con me la mia bambola; le creature umane devono amare qualche cosa, e, in mancanza di più degni oggetti d’affetto, riuscivo a trovar piacere nell’amare e carezzare una bamboletta sbiadita e misera come uno spaventapasseri in miniatura. Mi sembra strano, oggi, ricordare con quale assurda sincerità io adoravo quella povera bambola, quasi immaginandola viva e dotata di sensi" (Charlotte Brönte, ”Jane Eyre”).