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 2001  dicembre 13 Giovedì calendario

Le prove 2. "Non ci risulta nessuna connessione tra al Ittihad e al Qaida né nessun coinvolgimento della Somalia con le attività terroristiche che stanno infiammando il mondo" (Randolph Kent, coordinatore per la Somalia delle Nazioni Unite a James Astill)

Le prove 2. "Non ci risulta nessuna connessione tra al Ittihad e al Qaida né nessun coinvolgimento della Somalia con le attività terroristiche che stanno infiammando il mondo" (Randolph Kent, coordinatore per la Somalia delle Nazioni Unite a James Astill). Coperture. "Dietro il paravento di organizzazioni caritatevoli che sovvenzionano ospedali, ambulatori e scuole religiose, al Ittihad ha costruito una rete clandestina forte di almeno seimila uomini armati che ha i suoi principali campi di addestramento a Ras Kamboni, nel sud, e a Las Quoay, nel nord. In tre zone della Somalia l’influenza dei fondamentalisti è preponderante: la fascia al confine con il Kenya, il porto di Bosaso e la provincia di Lugh, dove la Sharia, la legge coranica, viene applicata con particolare zelo. I seguaci di bin Laden hanno infiltrato le corti islamiche, ora in declino, che negli anni scorsi, foraggiate dall’Arabia Saudita, avevano cercato di spodestare i signori della guerra che si contendono Mogadiscio e il sud del paese. Ma il vero potere di al Ittihad è soprattutto nel settore finanziario. Hassan Dahir Uveis controlla Al Barakaat, la principale impresa commerciale della Somalia, con 600 azionisti e milioni di clienti. Una holding con interessi nelle telecomunicazioni, nella posta, nella pesca, nelle costruzioni, nelle rimesse degli emigrati (solo questo settore ha un turnover annuale di 500 milioni di dollari) e specializzata nel money wiring: un sistema che, in assenza di banche, permette di trasferire denaro in tutto il mondo attraverso contatti personali, numeri telefonici e indirizzi elettronici" .