La Macchina del Tempo, n. 11 novembre 2001 pag. 8, 11 novembre 2001
Quando le industrie del tabacco, negli anni ’50, introdussero il filtro nelle sigarette non erano mosse solo da intenti salutisti
Quando le industrie del tabacco, negli anni ’50, introdussero il filtro nelle sigarette non erano mosse solo da intenti salutisti. Le sigarette senza filtro, infatti, avevano il difetto di essere troppo forti e anche quello di perdere tabacco quando venivano poggiate sulle labbra, con conseguenze molto spiacevoli per il fumatore o, in modo particolare, la fumatrice. Altri inconvenienti: il tabacco pizzica la lingua, lascia un sapore sgradevole, inoltre la carta con cui è avvolto tende a incollarsi sulle labbra. L’introduzione del filtro doveva evitare (ma la cosa si rivelò pia illusione) le inconfondibili macchie gialle sulle dita dei fumatori e avrebbe dovuto rendere inutile (altra illusione) l’uso del costoso bocchino, utilizzato fin dagli inizi dell’800. Negli ultimi anni le sigarette, quasi tutte col filtro, sono diventate sempre più leggere. Non bisogna naturalmente farsi illusioni. Come scrivono Richard Doll e Richard Peto ("Le cause del cancro"): «Non esiste alcun singolo provvedimento che avrebbe conseguenze tanto enormi sulla diminuzione del numero di morti da cancro, quanto la semplice riduzione dell’uso del tabacco».