Maurizio Crosetti, La Repubblica 12/11/2001, 12 novembre 2001
Sputi. «A me, ti spacco la gamba non l’ha mai detto nessuno. Però l’ho sentito dire tante di quelle volte che neanche mi impressiono
Sputi. «A me, ti spacco la gamba non l’ha mai detto nessuno. Però l’ho sentito dire tante di quelle volte che neanche mi impressiono. Ci sono giocatori che si odiano per anni, si incontrano, si menano se le promettono e si ritrovano. Una specie di cavalleria rusticana. La frase più tipica è: ’Tanto ci rivediamo’. Significa che nessun colpo resterà impunito né che sarà l’ultimo. Il campo è pieno di gente con la memoria lunga. Si comincia ad insultarsi dal primo minuto e si finisce nel recupero. Le frasi sono sempre quelle, è come il campionario di un rappresentante: ti spacco la gamba, ci vediamo nel sottopassaggio, ci rivediamo al ritorno, ti rompo, ti spacco il culo. E poi, naturalmente, le madri e le moglie e le sorelle. C’è però una cosa, in campo, che fa più male dei calci, anzi due. Le prese in giro e gli sputi. Per fortuna, lo sputo è rarissimo. Ma quando capita, non ci vedi dalla rabbia. Personalmente, la cosa che sopporto di meno è l’avversario che ti vuole umiliare. Quello che sul tre a zero prova a farti un tunnel» (Antonino Asta, ala del Torino, a Maurizio Crosetti).