Claudia Grisanti, La Macchina del Tempo, n. 11 novembre 2001 pagg. 65-70, 11 novembre 2001
Gli studi di Stone sono ripresi da molti chimici, farmacisti e medici di vari paesi europei che esplorano le proprietà dei salicilati
Gli studi di Stone sono ripresi da molti chimici, farmacisti e medici di vari paesi europei che esplorano le proprietà dei salicilati. Una volta che gli effetti della corteccia del salice sono stati descritti chiaramente da Stone, il problema è isolare la sostanza veramente importante e produrla in quantità. Bisogna aspettare l’Ottocento e il lavoro di due italiani, Brugnatelli e Fontana, che nel 1826 individuano in forma molto impura la salicina; il loro lavoro è poi perfezionato da un farmacista francese, Henri Leroux, che nel 1827 isola la sostanza attiva della corteccia del salice. Nel 1838 Raffaele Pivia, un chimico napoletano, fabbrica acido salicilico dalla salicina. L’acido salicilico viene prodotto da altre due piante, l’Olmaria e la Gaultheria. Nel 1831 un farmacista svizzero di Berna, Johann Pagenstecher, estrae dall’Olmaria (Spiraea ulmaria) l’aldeide salicilica, e invia questo composto al chimico tedesco Karl Jakob Löwig che quattro anni più tardi isola l’acido salicilico o spirsäure. Sono invece l’americano William Procter e il francese Auguste Cahours che nel 1843 identificano il principio attivo della Gaultheria, il metilsalicilato, e da esso ottengono ancora una volta l’acido salicilico.