Claudia Grisanti, La Macchina del Tempo, n. 11 novembre 2001 pagg. 65-70, 11 novembre 2001
L’aspirina era diventata il farmaco più venduto al mondo, ma nessuno sapeva come e perché funzionava
L’aspirina era diventata il farmaco più venduto al mondo, ma nessuno sapeva come e perché funzionava. Le prime indagini si devono all’inglese Harry Collier negli anni Sessanta. Ma è un suo connazionale, John Vane che scopre il meccanismo d’azione del rimedio miracoloso, mettendolo in relazione con le prostaglandine. Vane viveva con la sua famiglia a Birmingham. A dodici anni i suoi genitori gli regalano un kit del piccolo chimico, a cui il bambino Vane si dedica con entusiasmo. Forse la passione è anche troppa, sicché il piccolo John provoca una miniesplosione in cucina, con conseguenze ahimè irreparabili sul colore dei muri. Stabilito che la cucina è off-limits, suo padre gli costruisce un minilaboratorio in giardino: la passione di John ormai divampa. All’università Vane studia la chimica ma, annoiato dalle lunghe ore in aula, capisce che la sua vera passione è sperimentare. Il suo professore lo manda quindi a Oxford, dal docente di farmacologia Harold Burn, che gli ha appena chiesto di inviargli un giovane promettente. Vane accetta, anche se non sa nulla di farmacologia. E comincia in questo modo la sua brillante carriera scientifica di farmacologo. Negli anni Sessanta Vane si interessa alle prostaglandine, sostanze allora poco conosciute. Le prostaglandine, molecole simili agli ormoni, sono prodotte dall’organismo in risposta agli insulti esterni e sono responsabili della febbre e dell’infiammazione. Vane scopre nel 1971 che l’aspirina blocca la produzione di queste sostanze, e quindi allevia il dolore. A quasi un secolo dalla ”scoperta” di Hoffmann, finalmente si comincia a capire come funziona il farmaco. Per i suoi studi Vane sarà premiato nel 1982 con il Nobel per la medicina.