Claudia Grisanti, La Macchina del Tempo, n. 11 novembre 2001 pagg. 65-70, 11 novembre 2001
Negli anni Ottanta alcuni studi clinici hanno dimostrato che un uso regolare dell’aspirina può prevenire l’infarto, in particolare negli uomini con alti livelli di colesterolo e pressione alta e nel caso in cui abbiano già avuto un primo infarto
Negli anni Ottanta alcuni studi clinici hanno dimostrato che un uso regolare dell’aspirina può prevenire l’infarto, in particolare negli uomini con alti livelli di colesterolo e pressione alta e nel caso in cui abbiano già avuto un primo infarto. L’impiego a questo scopo del farmaco è piuttosto comune, tant’è che il consumo di aspirina è dovuto soprattutto alla prevenzione degli infarti del miocardio, più che alla cura dei mal di testa. Tuttavia, non tutti sono d’accordo su un uso generalizzato dell’aspirina a scopo preventivo. L’anno scorso la Federal Trade Commission (FTC), l’ente statunitense di controllo del mercato, ha accusato la Bayer di fare affermazioni sproporzionate nella sua pubblicità circa le virtù dell’aspirina. L’aspirina infatti protegge dall’infarto le persone ad alto rischio, ma ha anche effetti collaterali non trascurabili. Sotto la spinta della FTC la Bayer ha quindi cominciato negli Stati Uniti una campagna di educazione da un milione di dollari. Ironia vuole che negli anni Venti la Bayer pubblicizzasse il suo farmaco affermando che ”non aveva conseguenze sul cuore”. Oltre agli effetti sullo stomaco e sulle piastrine, l’aspirina aumenta il rischio di sviluppare la sindrome di Reye, una grave, ma per fortuna rara, malattia, che colpisce i bambini. Inoltre l’acido acetilsalicilico può anche dare allergia in alcune persone.