Claudia Grisanti, La Macchina del Tempo, n. 11 novembre 2001 pagg. 65-70, 11 novembre 2001
Oggi l’aspirina è ancora uno degli analgesici più usati. Ormai viene prodotta a costi bassissimi, appena qualche dollaro al chilogrammo, e i processi produttivi sono ben standardizzati
Oggi l’aspirina è ancora uno degli analgesici più usati. Ormai viene prodotta a costi bassissimi, appena qualche dollaro al chilogrammo, e i processi produttivi sono ben standardizzati. Per la Bayer si tratta del suo prodotto, disponibile senza prescrizione, più venduto, e ne ha celebrato il centenario della nascita nel 1999. Il maggior produttore è però l’americana Rhodia, che lo fabbrica in vari stabilimenti sparsi per il mondo, a St. Louis, nel Missouri, a Saint-Fons, in Francia e a Bangpoo, in Thailandia. Altre grosse quantità di acido acetilsalicilico sono immesse nel mercato da paesi non occidentali come l’India e la Cina, che spesso ne fanno abbassare ulteriormente il prezzo. Tra gli analgesici disponibili senza prescrizione è proprio l’acido acetilsalicilico, insieme al paracetamolo e all’ibuprofene, ad avere la fetta più grossa del mercato. Tuttavia la sua quota si sta erodendo: ci sono infatti nuove molecole che ne stanno prendendo il posto, per esempio gli inibitori dell’enzima Cox2, ovviamente molto più costosi dei vecchi rimedi e rivolti soprattutto ai pazienti che non possono assumere l’aspirina. Negli anni passati si è scoperto che l’aspirina e i composti simili bloccano un enzima, chiamato cicloossigenasi 2 (Cox2) che provoca infiammazione, dolore e febbre. Questi farmaci inibiscono anche l’enzima Cox1 che invece è importante per la salute dello stomaco e del rene. (Sia l’enzima Cox1 sia il Cox2 trasformano l’acido arachidonico in prostaglandine). Si stanno quindi sviluppando dei farmaci che agiscono inibendo selettivamente il Cox2: queste molecole sono in realtà ancora da testare, come dimostrano le richieste di sperimentazioni cliniche di questi prodotti da parte dei medici cardiovascolari. Ma l’aspirina sta trovando nuove applicazioni, in particolare nel settore cardiovascolare. Uno studio pubblicato a settembre sulla rivista scientifica ”Jama”, afferma che oltre a prevenire un secondo infarto, l’aspirina riduce il rischio di morti per malattie cardiovascolari. Questo potrebbe portare sempre di più a un cambio di target per l’aspirina, dall’affollato mercato degli analgesici a quello cardiovascolare. L’aspirina potrebbe diventare utile anche in altri casi, contro malattie che nella nostra epoca sono diventate sempre più importanti. Per esempio uno studio del 1996 ha mostrato una riduzione del 45 per cento delle morti per il cancro del colon e una minore incidenza dell’Alzheimer nelle persone che assumevano acido acetilsalicilico; alcuni studi ne suggeriscono l’uso nella cura del diabete. Intanto l’Organizzazione mondiale della sanità l’ha inserito nella sua lista dei farmaci essenziali e si preoccupa della sua disponibilità anche nei paesi poveri. Farmaco miracoloso? Mentre i medici ne discutono su internet i nuovi impieghi, in erboristeria si vende l’olmaria e tutte quelle piante da cui è derivato.