Goffredo Parise, Líeleganza frigida, Rizzoli, 24 gennaio 2002
Canne. «Di questo tempio, così simile a tutti gli altri ma già immerso nelle prime tenebre del crepuscolo Marco fu colpito immensamente da un rumore, uno solo nel silenzio: era il suono prodotto da una breve canna di bambù posta in equilibrio tra un ruscello e una pozza sottostante
Canne. «Di questo tempio, così simile a tutti gli altri ma già immerso nelle prime tenebre del crepuscolo Marco fu colpito immensamente da un rumore, uno solo nel silenzio: era il suono prodotto da una breve canna di bambù posta in equilibrio tra un ruscello e una pozza sottostante. L’acqua si infilava colando dal ruscello, percorreva la canna, poi saltellava in basso nella limpida pozza di ninfee dalle larghe foglie abbandonate. La canna appesantita dall’acqua che scorreva all’interno si piegava fino al bordo della pozza e una volta svuotata del contenuto tornava indietro per riempirsi un’altra volta e così via».