Victoria Button e Alex Lo, South China Morning Post 25/1/2002, 25 gennaio 2002
Il governo di Hong Kong, perplesso circa le statistiche dell’’Economist” che la pongono al secondo posto nella classifica delle città più costose del mondo (prima Tokyo, terza Londra, poi New York), ha fatto un controstudio
Il governo di Hong Kong, perplesso circa le statistiche dell’’Economist” che la pongono al secondo posto nella classifica delle città più costose del mondo (prima Tokyo, terza Londra, poi New York), ha fatto un controstudio. Risultato: i prezzi locali sono in realtà inferiori a quelli della capitale inglese e della città statunitense. Replica del settimanale: "Noi usiamo un metodo basato su ventiquattro mesi e sperimentato da 20 anni, e possiamo dire con una certa sicurezza che funziona. Le differenze vanno attribuite ai differenti pesi dati alle varie categorie e all’esclusione di certi prodotti che noi abbiamo invece considerato". L’’Economist” ha esaminato la spesa per una corsa in taxi dall’aeroporto al centro della città (229 dollari a Tokyo, 51 a Londra, 45 a Hong Kong), il prezzo di un pranzo di due portate per due persone, il costo di un rullino fotografico Kodak da 36, di un quotodiano internazionale ecc. Per il governo di Hong Kong il prestigioso settimanale sbaglia perché dovendo classificare 134 città finisce per avere un ”paniere” poco significativo, mentre il nuovo studio, basato su sole sette città (completano la lista Shangai, Taipei e Singapore), è più accurato.