FranÁois Fejtɿ, "Il passeggero del secolo", Sellerio, 31 gennaio 2002
Tito. «Conoscevo troppo bene il suo passato di comandante partigiano, coraggioso ma spietato. Era uno dei migliori discepoli di Stalin, da cui aveva appreso l’arte della menzogna, arte che ha passato a sua volta a dei successori immediati o più lontani, come Milosevic
Tito. «Conoscevo troppo bene il suo passato di comandante partigiano, coraggioso ma spietato. Era uno dei migliori discepoli di Stalin, da cui aveva appreso l’arte della menzogna, arte che ha passato a sua volta a dei successori immediati o più lontani, come Milosevic. Uomo di potere senza scrupoli, era un capobanda balcanico, ma eccezionalmente intelligente e abbastanza buon commediante per recitare la parte dell’arciduca d’Austria. Suonava anche bene il pianoforte, il che fa dubitare delle sue vantate origini contadine. Insomma, vi era nei suoi modi, nelle arie che si dava, nell’amore fanciullesco per le uniformi, qualcosa di molto ”k und k”’, da suddito dell’impero asburgico».