Aldo Baquis su La Stampa del 31/1/2002 a pagina 11., 31 gennaio 2002
Il palestinese Murad Abu al-Assal, epilettico, nato e cresciuto nel villaggio cisgiordano di Anabta, sospettato di essere un collaborazionista di Israele, alcune settimane fa, processato dall’Olp, confessò di aver aiutato i servizi nemici ad uccidere il comandante Raed al-Karmi
Il palestinese Murad Abu al-Assal, epilettico, nato e cresciuto nel villaggio cisgiordano di Anabta, sospettato di essere un collaborazionista di Israele, alcune settimane fa, processato dall’Olp, confessò di aver aiutato i servizi nemici ad uccidere il comandante Raed al-Karmi. Condannato a morte, gli fu concesso di scegliere tra una fine da "cane traditore", il cui cadavere viene abbandonato in un campo, oppure da eroe. Lui, per salvare l’onore della moglie e dei due figli, volle morire da eroe. Così, nel giorno del suo ventiduesimo compleanno, si presentò di buon’ora al posto di blocco militare tra Cisgiordania e Israele, salì con due agenti sul furgoncino bianco che lo avrebbe portato alla vicina stazione di polizia (lì lo attendeva, per ricevere aggiornamenti, un dirigente dello Shin Bet), e dopo un centinaio di metri attivò la carica che si era nascosto addosso. Il veicolo esplose, Murad morì sul colpo, gli agenti della scorta si salvarono per via dei corpetti antiproiettile.