Enzo Bettiza, "La cavalcata del secolo", Mondadori, 31 gennaio 2002
Su Montanelli. «Ho avuto per anni Indro davanti ai miei occhi. Osservandolo mi accorgevo che scrivere, per lui, equivaleva a una funzione terapeutica
Su Montanelli. «Ho avuto per anni Indro davanti ai miei occhi. Osservandolo mi accorgevo che scrivere, per lui, equivaleva a una funzione terapeutica. Scrivere significava esistere, fuggire le angosce che lo incalzavano, ritrovare nella veglia operosa la vitalità e la salute che l’inerte insonnia notturna gli sottraeva. Il successo, il plauso, non lo interessavano in quanto tali: erano, più che altro, terapie di vita, di radicamento nella realtà, da cui i mostri atoni e melanconici della ciclotimia minacciavano continuamente di estraniarlo».