Cesare Lanza, Sette n. 4/2002, 31 gennaio 2002
Carlo Ripa di Meana trova che il "lieto timore" che lo pervade da quando ha iniziato il suo rapporto con la moglie Marina (venticinque anni fa) sia perfettamente riassunto in un paio di vecchie fotografie: "Nella prima siamo sul Canale della Giudecca a Venezia, all’inizio della nostra relazione: lei è allegra, ottimista, io, con evidenza, preoccupato
Carlo Ripa di Meana trova che il "lieto timore" che lo pervade da quando ha iniziato il suo rapporto con la moglie Marina (venticinque anni fa) sia perfettamente riassunto in un paio di vecchie fotografie: "Nella prima siamo sul Canale della Giudecca a Venezia, all’inizio della nostra relazione: lei è allegra, ottimista, io, con evidenza, preoccupato. Nella seconda, siamo affacciati a un piccolo verone, ancora a Venezia: appena usciti dal letto, lei bellissima con una camicia di raso amaranto, io un po’ cisposo, sconcertato". Motivo di queste espressioni, il timore di "essere travolto": "Lei è un uragano", "una mina vagante, a rischio perpetuo [...] Ti trascina in una tale passione, esprime un tale desiderio d’amore da investirti e coinvolgerti senza scampo. Praticamente è impossibile liberarsi. Hai presente il motto sul monumento a Porta Pia: ”Nulla resiste al bersagliere?”. Ebbene, è impossibile resistere a Marina. Impossibile contenerla. Non c’è che affidarsi". Leggendaria la gelosia di lei. La prima scenata, durante l’inaugurazione del centro Pompidou. Carlo Ripa di Meana, presidente della Biennale, era in compagnia di Michel Guy, ministro della cultura, e Chirac, allora sindaco di Parigi. Al suo fianco, Gae Aulenti (cui era "legato"). Marina arrivò all’improvviso: senza una parola, gli sferrò un calcio alla gamba sinistra e gli spezzò la tibia. Altro caso. Lui ospitava nella sua casa di Venezia Flora Lewis, giornalista americana dell’’Herald Tribune” e del ”New York Times” con cui aveva avuto o continuava ad avere una storia "dolce e tenera". Poco dopo, si piazzò in casa anche Marina: il suo modo di "marchiare il territorio" fu cominciare a girare in casa integralmente nuda, "guizzando allegramente da un piano all’altro, senza pudore" (Flora, puritana, fu sopraffatta). Altra scenata nel 1977, per la presentazione della ”Biennale del dissenso”, a Parigi. Carlo prese una stanza d’albergo con Marina. Poi andò a trovare Flora con la scusa di "promuovere la Biennale". Si trattenne assai più del previsto. Tornando, s’accorse che l’albergo era circondato da auto della polizia e passanti curiosi. Il portiere gli corse incontro con le mani tra i capelli urlando: "Madame, madame...!". Pensò a una tragedia. Invece era solo che Marina, furiosa, aveva spaccato mobili, lampade, vetri, specchi e qualunque altra cosa le capitasse a tiro. Poi aveva lanciato tutto dalle scale o dalla finestra dell’albergo, comprese due enormi valigie di lui "piene di panni", che non furono mai più trovate. Lui pensò : "Una donna così o si lascia o si prende". La prese.