Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  gennaio 30 Mercoledì calendario

Ultimo testo di riferimento dei global: Globalization, Growth and Poverty (Globalizzazione, crescita e povertà), saggio di David Dollar e Aart Kraay pubblicato su ”Foreign Affairs” e presto dalla Oxford University Press (disponibile nel sito della World Bank)

Ultimo testo di riferimento dei global: Globalization, Growth and Poverty (Globalizzazione, crescita e povertà), saggio di David Dollar e Aart Kraay pubblicato su ”Foreign Affairs” e presto dalla Oxford University Press (disponibile nel sito della World Bank). Tesi: «L’attuale ondata di globalizzazione, iniziata attorno al 1980, ha decisamente promosso l’eguaglianza economica e ridotto la povertà». Tre le fasi analizzate, l’ultima, cominciata attorno al 1980 e tuttora in corso, «ha coinvolto pesantemente almeno 24 paesi in via di sviluppo, per un totale di circa tre miliardi di persone. Se dividiamo gli attuali abitanti del pianeta in [...] paesi ricchi (un miliardo), paesi in via di sviluppo neo-globalizzati (tre miliardi) e paesi in via di sviluppo rimasti ai margini dell’integrazione globale (un miliardo), emergono alcuni dati interessanti. Negli Anni 90 i ricchi hanno goduto di una crescita del 2 per cento, il secondo gruppo del 5 per cento e l’ultimo dell’uno per cento. I ricchi non hanno aumentato la loro ricchezza relativa, gli emarginati si sono impoveriti e i neo-globalizzati hanno migliorato tantissimo. [...] In questa fascia della popolazione mondiale i poveri sono stati ridotti di 120 milioni in soli dieci anni. [...] Negli ultimi 20 anni circa, la percentuale di poveri nel mondo si è ridotta dal 30 per cento al 20 per cento».