Paola De Carolis sul Corriere della Sera del 4/2/2002 a pagina 16., 4 febbraio 2002
La società islandese di biotecnologia DeCode Genetics ha scoperto il gene della longevità, subito battezzato Matusalemme in onore del personaggio biblico che sarebbe arrivato all’età di 969 anni
La società islandese di biotecnologia DeCode Genetics ha scoperto il gene della longevità, subito battezzato Matusalemme in onore del personaggio biblico che sarebbe arrivato all’età di 969 anni. Gli scienziati, che hanno analizzato un’enorme banca di dati genetici (120 mila campioni su una popolazione di 270mila individui) sperano di poter creare, un giorno, un farmaco in grado di regalare qualche anno di vita in più. Il ricercatore Kari Stefansson: «Sappiamo dove si trova il gene. Presto cominceremo a studire come funziona, qual è la sua struttura genetica e come agisce sul corpo umano. A quel punto si potrà cominciare a pensare a un farmaco in grado di riprodurne gli effetti». Nel mondo animale, il gene di Matusalemme non è una novità: nel 1998, un’équipe del California Institute of Technology, modificando il Dna di alcuni insetti, riuscì ad allungargli la vita del 35 per cento. Due anni dopo, un gruppo delll’Università del Connecticut identificò un altro gene, chiamato "Indy", grazie al quale la vita dei medesimi insetti passò da una media di 37 giorni a 69-71 (quasi il 50 per cento in più). Negli uomini, finora, gli scienziati avevano identificato gruppi di geni che sembravano avere un ruolo nella lunga vita di alcuni individui, ma mai un gene in particolare. Che la longevità fosse ereditaria, e quindi scritta nel Dna, era cosa già nota: tutti i parenti di Jean Louise Calment, nata nel 1875 e morta nel 1997 (a 122 anni) sono vissuti il 10 per cento in più della media. Ciò che gli scienziati non riuscivano a capire era se la lunga vita di certe famiglie dipendesse dall’assenza di geni che provocano malattie o dalla presenza di un particolare gene. Stefansson: «Esaminando i nostri campioni abbiamo scoperto che la longevità si comporta come se fosse trasmessa da un singolo gene capace di produrre una proteina che consente al corpo di raggiungere un’età molto avanzata. Questo gene, tuttavia, da solo non basta: chi eredita geni che trasmettono gravi malattie, col gene di Matusalemme non vivrà a lungo, ma solo qualche anno di più».