Niccol Machiavelli, "Il Principe", Bur, 4 febbraio 2002
Fortuna. «Ritengo possa essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, e che lasci a noi il governo dell’altra metà o quasi
Fortuna. «Ritengo possa essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, e che lasci a noi il governo dell’altra metà o quasi. E paragono la fortuna a uno di quei fiumi impetuosi che, quando s’infuriano, allagano le pianure, abbattono gli alberi e gli edifici, trascinano masse di terra da una parte all’altra. Ogni essere vivente fugge davanti a essi e cede all’impeto loro, senza potere in alcun modo opporsi. Il fatto che i fiumi siano fatti così non impedisce tuttavia agli uomini, nei periodi calmi, di apprestare ripari e argini in modo che, quando i fiumi poi crescono, possano essere incanalati e il loro impeto possa non risultare così sfrenato e dannoso» (da Il principe, nella traduzione in italiano attuale di Piero Melograni).