Masolino d’Amico su La Stampa del 03/02/02 a pagina 23., 3 febbraio 2002
«Rossellini viveva solo, era sobrio - non beveva, mangiava a periodi alterni solo pasta o solo carne - non possedeva niente, e spaventava mia madre teorizzando che bisogna indebitarsi e non pagare le tasse
«Rossellini viveva solo, era sobrio - non beveva, mangiava a periodi alterni solo pasta o solo carne - non possedeva niente, e spaventava mia madre teorizzando che bisogna indebitarsi e non pagare le tasse. Conservava dei piccoli talismani... Faceva regali splendidi ed era invariabilmente gentile. Era tollerante, oggi con aggettivo di moda si direbbe, leggero; ed era, inutile dirlo, simpaticissimo. Era anche, cosa che dai suoi film forse si potrebbe non sospettare, molto spiritoso. L’ultima volta che lo vidi fu al funerale di Giuditta Rissone, sui gradini di San Bellarmino, a piazza Ungheria; abitava un’unica grande stanza piena di libri, in un residence poco lontano. Riciclando una famosa battuta di Tristan Bernard, mi disse: "Credo sia l’ultima volta che vengo a una cerimonia così da dilettante". Infatti morì una settimana dopo, senza alcun preavviso, come certo avrebbe voluto; del resto immaginarlo vecchio o incapacitato, dipendente dagli altri, sarebbe stato impossibile» (Masolino d’Amico).