Su La Stampa del 05/02/02 a pagina 1., 5 febbraio 2002
«Seguendo una delle ultime volontà di Montanelli ("Non prego, ordino di provvedere"), il Consiglio comunale di Milano ha finalmente intitolato la storica Arena cittadina allo scrittore di sport Gianni Brera
«Seguendo una delle ultime volontà di Montanelli ("Non prego, ordino di provvedere"), il Consiglio comunale di Milano ha finalmente intitolato la storica Arena cittadina allo scrittore di sport Gianni Brera. Tipico paese senza memoria, l’Italia dimentica in fretta la lezione dei suoi fuoriclasse. Persino quando, come nel caso di Brera, lasciano decine di aspiranti eredi (quorum ego, avrebbe chiosato lui) che hanno abbracciato il suo mestiere sognando di imitarne la prosa degna di Gadda. Ma di un Gadda ripassato in padella, come i piatti bisunti della cucina padana che Brera sapeva descrivere con la stessa epica che riservava ai gol di "Rombo di Tuono" Gigi Riva. La sua lezione di vita si chiama "difesa della sconfitta". Rifacendosi a una memorabile rimonta dell’Uruguay contro il Brasile ma parlando in realtà al carattere degli italiani, Brera spiegò che quando si perde è da autolesionisti buttarsi a capofitto contro l’avversario per obbedire al richiamo dei tifosi più esagitati: l’unico risultato è essere infilzati di nuovo. Molto meglio riorganizzare le file e chiudersi con umiltà e tenacia a difesa della sconfitta, inducendo il rivale a presumere di poter stravincere e quindi a scoprirsi. Allora sì che lo si colpirà in contropiede! La teoria di Brera non entusiasma le folle, però è dagli albori dell’umanità che fa vincere le partite. Soprattutto in politica. Se vuole battere il Brasile, il popolo di Nanni Moretti dovrà sbollire la rabbia e farsi Uruguay» (Massimo Gramellini).