Vasilij Mitrokhin, Cristopher Andrew, "LíArchivio Mitrokhin", Rizzoli, 1999, 5 febbraio 2002
Illegali. Gli "illegali" erano spie non di carriera, residenti all’estero. Spesso stranieri, colti, ricchi di charme e poliglotti, si rivelarono utilissimi
Illegali. Gli "illegali" erano spie non di carriera, residenti all’estero. Spesso stranieri, colti, ricchi di charme e poliglotti, si rivelarono utilissimi. Il tedesco Richard Sorge, descritto come studioso idealista ("trasuda fascino e cultura"), ottenne i migliori successi in Giappone, dove era accreditato come giornalista nazista. Informò Stalin dell’imminente invasione di Hitler ma non fu creduto. Il viennese Arnold Deustche riuscì a diventare professore a Cambridge dove, predicando una dottrina mista di comunismo e libertinaggio (bi)sessuale, arruolò un gruppo di brillanti giovani spie, ”The fabolous five”. Il periodo d’oro degli ”illegali” furono gli anni ’30, quando il comunismo aveva ancora un’aura romantica. Dopo la guerra, Stalin diventò sempre più paranoico ed era impossibile per le spie stesse difendersi da accuse di delazione e doppio gioco. Pericoloso persino dare informazioni, se non coincidevano con la visione ufficiale.