Naomi Klein, ìNo Logoî, Baldini&Castoldi Pagine 454 Lire 32 mila, 6 febbraio 2002
Kenioti. Nel 1995 i dirigenti della Nike decisero che poteva essere ottima pubblicità trasformare due mezzofondisti keniani nella prima squadra di sci africana: «Se due podisti keniani, strappati allo loro specialità e al loro clima per essere scaraventati su un cocuzzolo di montagna al freddo e al gelo riuscivano a trasferire la loro abilità nello sci di fondo, il solo successo
Kenioti. Nel 1995 i dirigenti della Nike decisero che poteva essere ottima pubblicità trasformare due mezzofondisti keniani nella prima squadra di sci africana: «Se due podisti keniani, strappati allo loro specialità e al loro clima per essere scaraventati su un cocuzzolo di montagna al freddo e al gelo riuscivano a trasferire la loro abilità nello sci di fondo, il solo successo ... sarebbe stato una vittoria spirituale dell’Uomo rispetto alla natura, alle limitazioni poste dalla nazionalità e dalla mediocrità dei piccoli burocrati sportivi. Il tutto per merito della Nike». L’azienda scelse per l’esperimento Philip Boit e Henry Bitok. «Ma poiché in Kenia la neve non cade, né esiste una Federazione di sci, né tantomeno le piste per allenarsi, la Nike finanziò interamente quella costosa stravaganza, sborsando 250 mila dollari per il periodo di allenamento in Finlandia, le tute fatte su misura e gli stipendi». Quando, tre anni dopo, s’arrivò alle Olimpiadi Invernali del 1998 a Naghano, Bitok non riuscì a qualificarsi e Boit arrivò ultimo.