Roberto Renga, Il Messaggero 26/01/2002, 26 gennaio 2002
Cifra chiesta dal direttore sportivo di un club semipro al padre di un attaccante diciottenne del campionato juniores laziale per farlo esordire in serie C: 50 milioni, 30 subito, gli altri in 4 assegni da 5
Cifra chiesta dal direttore sportivo di un club semipro al padre di un attaccante diciottenne del campionato juniores laziale per farlo esordire in serie C: 50 milioni, 30 subito, gli altri in 4 assegni da 5. Cifra chiesta al padre di un portierino cresciuto in un grande club del nord: 40 milioni per giocare, 20 per la panchina. «La primavera di un club adriatico è sponsorizzata per intero dal padre di un giocatore che fa il costruttore. Altri genitori si tassano: chi paga tre trasferte della squadra, chi due, chi l’intero torneo. Una volta ci si svenava per far cantare i propri figli, ora rende di più dare un calcio a un pallone [...] Girano procuratorini da pochi spiccioli, giusto un milione e mezzo per le spese telefoniche. Già, ma poi lui ti trova un posto in Primavera. Peccato che poi non succeda: sai, l’allenatore non ha voluto sentire ragioni [...] C’è un altro tipo di truffa: paghi per entrare nel settore giovanile e paghi ancora per giocare. Un tecnico, solo poco tempo fa, voleva orologi e soltanto di marca. Vastissima collezione».