il manifesto, 30/01/2002, 30 gennaio 2002
Paolo Di Canio parlando del padre: «Faceva il muratore, passava i propri giorni usando la sua mente, le sue arti, i suoi attrezzi e le sue nude mani per costruire qualcosa di tangibile, funzionale e spesso molto bello
Paolo Di Canio parlando del padre: «Faceva il muratore, passava i propri giorni usando la sua mente, le sue arti, i suoi attrezzi e le sue nude mani per costruire qualcosa di tangibile, funzionale e spesso molto bello. C’è la credenza comune che i lavoratori manuali non usino il cervello... Anche se sei un calciatore o un muratore, la qualità del tuo lavoro ha una diretta correlazione tra la tua intelligenza e l’etica del lavoro».