Gian Luigi Paracchini sul Corriere della Sera del 6/2/2002 a pagina 23., 6 febbraio 2002
Tra i tanti amori che si consumarono a Venezia nella suite del Doge dell’hotel Danieli, quello di Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio
Tra i tanti amori che si consumarono a Venezia nella suite del Doge dell’hotel Danieli, quello di Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio. I due si videro per la prima volta, nel settembre del 1895, davanti alla scala d’oro dell’albergo. Lui, 32 anni, maniaco del dettaglio sartoriale (era tra i pochi a farsi stirare le camicie a Londra) aveva già spezzato i cuori di molte lettrici. Lei, di quattro anni più vecchia, aveva alle spalle molte storie e qualche matrimonio. I due annullarono i reciproci impegni per ritrovarsi avvinghiati nel famoso appartamento numero 32, alle pareti i ritratti di numerosi dogi tra i quali Enrico Dandolo, lunga barba candida, parente della famiglia che nel 1300 edificò il palazzo col suo arredamento gotico-bizantino, i lampadari di vetro, le specchiere d’oro. Il giorno dopo, l’attrice ricevette un biglietto: ”Ho sentito la tua anima e ho scoperto la mia. Io non so come dirtelo, ma tu capisci, vero?”. Da lì, l’inizio del tormentato amore, e i ritorni a Venezia, ritmici, sempre nella stessa suite, ogni volta che i due erano sul punto di lasciarsi. Nel 1833 alloggiarono nella medesima alcova il ventenne poeta Alfred De Musset e la trentenne George Sand, baronessa, scrittrice, appassionata di travestimenti maschili. I due, anche per ragioni economiche, si spostarono presto nella suite 10 (pure vicina alla scala d’oro) che ancor oggi mostra iscritti i loro nomi. Lì dentro, più che baci e carezze, gli amanti si scambiavano morsi e cazzotti, forse per il gusto di piaceri sadomaso, forse per la rabbia scatenata in lui dai tradimenti di lei (la baronessa si concedeva volentieri al medico Piero Pagello, che curava il cagionevole e nevrotico poeta divorato dal tifo). Sempre dalla suite, negli anni Cinquanta, apriva la porta indossando vestaglie in seta con le iniziali sulla tasca il raffinato scrittore tedesco Erich Maria Remarque, marito dell’attrice americana Paulette Goddard (che l’albergo già lo conosceva perché lì l’aveva portata anche l’ex marito Charlie Chaplin). Dormì nella suite del Doge anche Rita Hayworth, che al bar chiedeva soda intendendo whisky d’annata. Nel 1999 l’appartamento ospitò il presidente cinese Jang Zemin con la moglie Wang Yeping. La signora, incantata dalla città, volle andare dappertutto, infrangendo cerimoniali e regole di sicurezza, tanto che il marito, vedendola con la macchina fotografica a tracolla, commentò: ”Giuro che non l’ho mai vista così”. Tanto entusiasmo fu premiato dal sindaco massimo Cacciari, il quale, in combutta col direttore del Danieli, mandò in tarda serata i vigili urbani a prelevare un violinista di Merano che accolse la signora con le note di ”Anonimo veneziano” (lei, incurante dell’etichetta, schioccò un sonoro bacio sulle labbra del marito presidente).