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 2002  febbraio 06 Mercoledì calendario

Salt Lake City, capitale dei mormoni, è l’unica città dello Utah dove i mormoni sono in minoranza: 45 per cento della popolazione, mentre superano il 65 per cento nel resto dello stato

Salt Lake City, capitale dei mormoni, è l’unica città dello Utah dove i mormoni sono in minoranza: 45 per cento della popolazione, mentre superano il 65 per cento nel resto dello stato. Ma non è per via dei numeri che, in terra d’astemi e mistici, il benvenuto alle Olimpiadi invernali lo danno grandi cartelli pubblicitari di una birra o ritratti giganteschi di una pattinatrice dalle lunghissime gambe svelate da un gonellino svolazzante. L’anno scorso, infatti, i dodici apostoli che guidano la ”Chiesa di gesù Cristo dei santi degli Ultimi Giorni” avevano giurato che le olimpiadi di Salt Lake City non sarebbero state ”dei mormoni ma degli uomini e delle donne di tutto il mondo”, e avevano messo al bando il proselitismo. Proprio loro che, partiti in sei nel 1830, hanno covertito oltre undici milioni di persone in quattro continenti, e costruito una fede che negli ultimi tre decenni è cresciuta del 400 per cento, diventando la fede a più rapido sviluppo in tutto il mondo. Finora, nonostante le chiacchiere degli scettici, i mormoni hanno mantenuto la promessa, tanto che Salt Lake City, in questi giorni, è l’unica metropoli d’America o d’Europa dove per strada non si vede nessuno dei 61 mila missionari in cravatta e giacca blu che bussano sorridenti salutando in 48 lingue diverse. La fede mormone, accusata dai suoi nemici di politeismo, glorificata dai suoi adepti come restaurazione del Vangelo, vanta nella sua banca dati tre miliardi di nomi, gente scomparsa anche secoli fa tra cui Budda e papa Giovanni XXIII ( i mormoni credono nel ”battesimo dei morti”. Secondo le statistiche, Salt Lake City è la terra dove si vive di più (5-7 anni oltre la media nazionale), grazie forse al bando religioso contro fumo, alcol, caffè. Ma è anche quella dove si prescrivono più ricette di antidepressivi. Le regole di vita quotidiana (’essere buoni”, ”fare il bene a tutti gli uomini”) sarebbero condivisibili anche dai cristiani, tuttavia i mormoni son guardati con sospetto perché attribuisono pari dignità alla Bibbia, ai vangeli e al libro di Mormon, ricevuto dal loro profeta Joseph Smith. Nel libro di Mormon, dove si narra fra l’altro di un Cristo risorto e poi comparso tra gli indiani d’America, gli uomini sono definiti come esseri divini e insieme mortali le cui anime esistevano prima della nascita ed esisteranno dopo la morte.