Mino Vignolo, Corriere della Sera, 6/2/2002 pagina 37., 6 febbraio 2002
Il colombiano Plinio Apuleyo Mendoza, amico di Gabriel Gárcia Márquez, da lui soprannominato "Gabo" negli anni Cinquanta, ha dedicato alla gioventù dello scrittore un libro dal titolo "Aquellos tiempos con Gabo" (Plaza & Janés)
Il colombiano Plinio Apuleyo Mendoza, amico di Gabriel Gárcia Márquez, da lui soprannominato "Gabo" negli anni Cinquanta, ha dedicato alla gioventù dello scrittore un libro dal titolo "Aquellos tiempos con Gabo" (Plaza & Janés). L’autore ricorda che Márquez «viveva come uno studente povero, col suo aspetto trasandato passeggiava nel Quartiere Latino per ore, parlava di poesia, andava a letto tardissimo. Alcuni amici lo vedevano come un "caso disperato"». Rimasto senza un soldo dopo che il quotidiano El Espectador, di cui era corrispondente, fu chiuso per ordine del dittatore Rojas Pinilla, decise di rimanere a Parigi soffrendo la fame piuttosto che ritornare in patria. Per un anno intero non pagò il conto del modesto Hotel de Flandre, di proprietà di una Madame Lacroix che parecchi anni più tardi, quando il nome Gárcia Márquez era famoso nel mondo e consacrato dal premio Nobel, ricorderà: «Prometteva che avrebbe regolato tutti i suoi conti. Avevo intuito che quel giovane in futuro se la sarebbe cavata egregiamente. Sapevo che un giorno o l’altro avrebbe potuto pagarmi». Fra i ricordi di Mendoza, anche un viaggio con Márquez, nel 1956, al di là della cortina di ferro, in Germania orientale. Morti di fame, di freddo, di sonno si addormentarono sul ciglio di una strada. Più tardi, risvegliandosi, Gabo raccontò a Plinio di aver fatto un sogno: «Ho sognato che questa storia del socialismo non funziona». Parole che gli rimasero impresse perché i due avevano negli anni Cinquanta una visione idilliaca del socialismo reale: l’America Latina era piena di dittatori appoggiati dal Dipartimento di Stato e i sovietici, avversari degli americani, apparivano ai loro occhi i buoni del film.