Il Giornale del 5/2/2002 pagina 4., 5 febbraio 2002
Come racconta Massimo Teodori su "Il Giornale", cinquant’anni fa l’intellettuale Nicola Chiaromonte scriveva nel "Tempo della malafede": «C’è il comunismo militante
Come racconta Massimo Teodori su "Il Giornale", cinquant’anni fa l’intellettuale Nicola Chiaromonte scriveva nel "Tempo della malafede": «C’è il comunismo militante... C’è poi il comunismo dilettante... Il partito comunista si giova anche, nei Paesi in cui non è padrone dello Stato, dell’esistenza di un’indisciplinata corte di zelatori volonterosi, credenti a un quarto, a un mezzo o a un decimo, filocomunisti "fino a un certo punto"... L’ortodossia comunista non può trovare migliore ambiente che la testa di un intellettuale moderno. Mentre nel comunista militante la malafede essenziale dell’epoca nostra si presenta già duramente forgiata in un’arma di difesa e d’offesa, nel comunismo dilettante, invece, essa si trova allo stato libero e, per così dire liquido, in una miscela umana torbida».