Francesco Bonazzi su L’Espresso del 31/01/02 a pagina 34., 31 gennaio 2002
Un pilota dell’Alitalia guadagna in un anno da un minimo di 38 mila euro a un massimo di 130 mila, a seconda dell’anzianità (il 20-25 per cento in meno degli stipendi pagati da Air France, British Airways, Lufthansa)
Un pilota dell’Alitalia guadagna in un anno da un minimo di 38 mila euro a un massimo di 130 mila, a seconda dell’anzianità (il 20-25 per cento in meno degli stipendi pagati da Air France, British Airways, Lufthansa). Un comandante di fresca nomina (9 anni di anzianità) porta a casa 78 mila euro l’anno lordi, cui vanno aggiunti gli straordinari, che valgono circa 300 euro al mese per un pilota e 550 per un comandante. Impegno medio: 1.500 ore l’anno di cui 550 in volo (circa un’ora e mezza al giorno). In 12 mesi il pilota Alitalia è impiegato in servizio di linea per 9 mesi; gli altri 3 li passa a terra tra ferie, giorni di riposo e corsi di aggiornamento professionale. Chi vola, sia esso comandante o hostess, gode di numerosi privilegi: un rimborso giornaliero per i pasti che va dai 57 euro in Italia ai 226 in Giappone (storicamente nessuno voleva andarci per via del fuso orario), passando per i 103 in Francia e in Olanda; stanze in hotel da 4 stelle in su per dormire, all’estero solo alberghi della catena Mércure (prima si andava allo Sheraton). Discorso a parte quello sui mezzi di trasporto per recarsi al lavoro: fino a 10 anni fa l’Alitalia mandava a prendere a casa tutti con macchine private, ora fa girare delle specie di navette dove l’affollamento dei passeggeri può arrivare anche a 4 persone. Costo del servizio una dozzina di milioni di euro l’anno, ma per far sì che fiscalmente non sembri un benefit ogni dipendente paga 15 euro e mezzo al mese per il «volo-bus». All’estero ognuno fa da sé.