Varie, 8 febbraio 2002
GRIMALDI Alberto
GRIMALDI Alberto Aosta 14 marzo 1958. Sovrano del Principato di Monaco. Figlio di Ranieri III e di Grace-Patricia Kelly (che ricevette in ringraziamento per l’erede maschio tanto atteso un collier di diamanti e rubini). Dopo gli studi superiori al liceo “Albert I”, nel 1976 andò negli Stati Uniti, in Massachusetts, dove frequentò l’Amherst college. Il 30 maggio 1981 si laureò in Scienze politiche. È sposato con l’ex nuotatrice sudafricana Charlène Wittstock • «[...]. Nemmeno il tempo di sentirlo frignare che subito quattro domestiche si precipitarono alle finestre del Palazzo, le spalancarono e urlarono, battendo gioiosamente le mani: “È un maschio! È un maschio!”. Fu questo il primo annuncio che venne dato alla cittadinanza di Monaco: erano le 10 e 58. Alberto era nato otto minuti prima. Pesava 3,975 chilogrammi. Più tardi, a mezzogiorno, i due cannoni (da 47 millimetri) del Forte di Sant’Antonio spararono 101 colpi a salve, stavolta secondo protocollo, dando così ufficialmente novella che era nato l’atteso erede al trono. Fu gran festa, nel Principato. Le campane suonarono a lungo. Le barche e gli yacht misero in azione le sirene e s’impavesarono in tutta gran fretta. Poi, Ranieri apparve sul balcone centrale del Palazzo: era vestito d´azzurro, pallido ed emozionato. Lo stesso giorno, da un’altra parte del mondo, l’imperatore di Persia, Reza Phalevi, annunciava il ripudio di Soraya. I rotocalchi rosa di casa nostra si scatenarono: qui un matrimonio cattolico e felice. Lì, in terra miscredente, l’infelicità. Su Alberto si parla molto e si è scritto di più. Si parla molto del suo ostinato celibato. Gli hanno attribuito fidanzamenti con donne di rara bellezza: per esempio, Claudia Schiffer. O Angie Everhart. Di recente, Tasha de Vasconcelos. Ma si vedeva lontano un miglio che erano “fidanzate” ad uso e consumo dei mass media per far contento l’apprensivo papà. Il vero amore di Alberto resta lo sport. Anzi: gli sport. Tutti: lo sci, il bob (ha partecipato a quattro Olimpiadi), il judo (è cintura nera), vela, polo, golf, tennis, nuoto, scherma. È membro del Cio in quanto presidente del comitato olimpico monegasco. Gioca a pallone: in una squadra di dilettanti che si chiama “Barbajuans”, i barbagianni, si esibisce nelle partite di beneficenza. Ha studiato diritto e business prima in Francia e dopo negli Stati Uniti. Si è distinto nelle attività diplomatiche: ha cominciato col presiedere la Croce Rossa locale, lo Yacht Club di Monaco, il Festival internazionale della televisione. Il tirocinio lo ha portato all’Onu. È lui che rappresenta il minuscolo Principato alle Nazioni Unite (l’adesione è del 1993) e, dall’ottobre scorso, al Consiglio d’Europa. Quando presiedette la 54esima sessione Onu consacrata agli oceani e al diritto marino, dimostrò pure una certa competenza in materia. L’anno in cui papà Ranieri finalmente ammise che Alberto era pronto a succedergli: “È cosciente delle sue responsabilità, alle quali si prepara molto bene. È rigoroso, analitico”. [...]» (l. c., “la Repubblica” 1/4/2005). «[…] è un principe di professione ed è anche l’icona di una figura maschile in crisi: il principe azzurro. Non è un caso se a lui si siano proposte in moglie ragazze di tutto il mondo e di tutti i ceti sociali. “Ogni settimana ricevo almeno una candidatura spontanea...”, ha raccontato […]. D’altronde questo ex ragazzo oltre al rango e ai soldi ha avuto in regalo anche la bellezza da una madre, Grace Kelly, che arrivava dai set di Holllywood ma che sembrava nata per portare la corona. Una vita che inizia con un classico “C’era una volta” e che si snoda mischiando nella sua trama sogno ed operetta. Lo scenario che ospita i personaggi è anch’esso incantato, uno spicchio di terra affacciato sulla Costa Azzurra, il buen ritiro per miliardari ed evasori fiscali. Ma questa è un’altra storia. […] ha passato la sua vita circondato dalle più belle donne del mondo tra cui Sharon Stone, Gwyneth Paltrow, Catherine Oxemberg, Angie Everhart, Alicia Warlick (texana […] saltatrice con l’asta, somigliantissima a Grace). Tutte passate nella sua vita senza lasciare molta traccia. Nessuna era all’altezza. Non del ruolo, per carità, visto che le corti europee ci hanno abituato a qualsiasi genere di sottomarca di Cenerentola promossa regina. Nessuna è mai stata all’altezza della madre. Lui ammise una volta: “Sono prigioniero di un’immagine troppo perfetta, di un sogno che non potrò mai realizzare. La favola di mio padre e di mia madre è unica”. Il rapporto con Grace per Alberto, come per tutti i figli, è sempre stato privilegiato. L’immagine algida riflessa dal grande schermo non corrispondeva a quella privata di mamma, affettuosa e comprensiva. Era lei che ha sempre aiutato i figli a superare le difficoltà che comportava un’infanzia dietro sbarre dorate. Alberto veniva consolato dopo una giornata passata in barca, lui che ha sempre sofferto il mal di mare, per accontentare il padre. Anne Edwards nel suo libro The Grimaldi of Monaco racconta: “Aveva il terrore dell’acqua. Ma per amore di Ranieri che voleva fare di lui un grande navigatore come il suo bisavolo Alberto I, affrontò senza una protesta le lunghe gite in barca che gli venivano imposte anche con il mare grosso. Riuscì a vincere le sue paure, anche se lo sforzo gli lasciò, per anni, una forte tendenza alla balbuzie”. Il tempo ha fatto del timido e impacciato bambino un ragazzo sportivo, immerso nella mondanità, preciso, però, nello svolgere i suoi doveri di rappresentanza. Molte volte al centro di polemiche come quando nel 1985 si disse favorevole alla pena di morte: “Ci sono circostanze in cui è impossibile non esserlo”. Anche la sua partecipazione alle Olimpiadi di Nagano con la squadra di bob ha fatto storcere qualche naso monegasco. Per non parlare della sua decisione di partecipare come attore al film One man’s hero. Lui non si è giustificato di questa fuga dal protocollo, ha solo detto: “Era un mio sogno di bambino, volevo imitare mia madre”. […] La sorella preferita di Alberto è Stephanie, che lui protegge e con cui si confida. Del suo ruolo di fratello maggiore ha detto: “Questo è un ruolo molto importante per me. Ho cercato di essere un po’ il suo consigliere, di offrirle una spalla alla quale appoggiarsi. Carolina non ha bisogno dello stesso affetto”. […]» (“La Stampa” 24/3/2005). «[…] Nonostante tutta la vita mondana è una persona seria, dice chi lo conosce; spiegando che dal ’97, da quando suo padre non sta più tanto bene, di fatto governa lui. Che gestisce il principato di Monaco come una bravo uomo d’affari, che lavora per dargli un nuovo ruolo internazionale, ed è grazie a questo lavoro che il principato dal 2004 è nel Consiglio d’Europa. Di lui comunque non si è mai capito molto; di quale fosse la facciata ( le cerimonie, le fidanzate) e quale la vita vera, quali i segreti. E in questo rappresenta bene il suo microstato, a pensarci; con la sua vita rutilante di facciata e i suoi segreti affari. Però Albert o Alberto come lo chiamano gli italiani, secondogenito erede nonostante qualche piccola modifica costituzionale (dal 2002 possono salire al trono anche le figlie femmine, ma dopo gli eventuali maschi, ancora) è sempre stato il meno seguito dal pubblico di tutti i Grimaldi. E il meno attraente; meno di Ranieri, con quell’aria da vecchio attore francese, di sua madre Grace Kelly, diva vera, delle sue sorelle Caroline e Stéphanie, fior di ragazze ora un po’ sciupate, grandi consumatrici di mariti e fidanzati, madri multipare, icone pop. Alberto è l’erede, ma icona non sarà mai. Però è stato il più bravo a scuola della sua famiglia (date le sorelle non ci voleva molto, ma). “Bac”, licenza liceale, “con distinzione” a Monaco, College negli Stati Uniti, ad Amherst nel Massachusetts, e laurea in scienze politiche. E il più atletico, ennesima prova che fare troppo sport da ragazzi è rischioso, appena ci si allena un po’ meno si ingrassa, come è successo a lui, e si tracolla. Comunque: il principe ha fatto mezzofondo al liceo, giavellotto all’università, calcio a Montecarlo (fondò la sua squadra, e la chiamò i Barbagianni); è cintura nera di judo, ha vinto medaglie in gare di nuoto e di corsa a ostacoli. Dall’86 fa bob, ha partecipato a cinque Olimpiadi invernali, da Calgary nell’88 a Salt Lake City nel 2002. E — brevemente — ha lavorato non da principe: dopo la laurea, nell’83/84, è stato stagista alla banca d’affari Morgan Stanley a New York e alla Moet Hennessy di Parigi. Poi ha molto operato come principe di rappresentanza: presidente della Croce Rossa di Monaco e di moltissime altre fondazioni comitati organizzazioni benefiche; e come rappresentante del principato in centinaia di visite ufficiali, dai funerali di Stato alle oasi di bird watching, da Curacao alla Val Badia. Quasi sempre impeccabile nella vita pubblica (tranne qualche simpatico eccesso, come una macarena ai Montecarlo Music Awards, qualche anno fa). Storicamente discusso nella vita privata. In quanto: il parco fidanzate attribuite e/o esibite è impressionante, praticamente una riedizione moderna e promiscua dell’unione nobiltà celebrità tanto ammirata ai tempi del matrimonio tra suo padre e sua madre. C’è una nutrita rappresentanza di modelle, Claudia Schiffer e Naomi Campbell le più famose; ci sono attrici come Brooke Shields e Gwyneth Paltrow; ci sono ex morose di Sylvester Stallone come Janice Dickinson; c’è un’atleta americana, Alicia Warlick; ci sono belle sconosciute con cui è stato fotografato in spiaggia molto allegro; c’è un’altra modella, Karen Mulder, che a un certo punto sosteneva di essere stata violentata da lui. “Sento il bisogno di una persona vicino”, ha dichiarato in un’intervista. Secondo i pettegoli si tratterebbe di persone di sesso maschile. La voce gira da decenni; c’è un sito web che si chiama Albert Gay Monaco Prince (www. prince albert piercing.com ) che vende online “anelli per capezzoli, lingua, ombelico e altri gioielli per il corpo”. Gli albertisti glissano, dicono “ma no, è un tipo riservato” […] Però, sempre per decenni, il principe non si è sposato, e gli esperti di cose monegasche raccontano che suo padre era preoccupato per questo erede senza moglie né prole. E che per questo la Costituzione è stata cambiata, per permettere che il trono passi alle figlie e — più probabile — ai loro figli (Caroline ne ha quattro, tre da Andrea Casiraghi, una da Ernst di Hannover; Stéphanie tre da due diverse guardie del corpo, due da Daniel Ducruet, una da Jean Raymond Gottlieb). “I figli sono essenziali al futuro del principato e alla nostra famiglia”, aveva detto Ranieri in quella occasione. “Quando il momento arriverà, mi assumerò le mie responsabilità”, aveva messaggiato Alberto in un’altra intervista. Da figlio rispettoso e presentabile (il più presentabile dei tre) ma diversissimo dal padre. “Ranieri è stato un perfetto principe affarista, persino un po’ spaccone”, racconta Enrica Roddolo, giornalista autrice di due libri sulla famiglia «La dinastia dei Grimaldi ( Piemme) e Principi (Mursia) e di una biografia di Grace Kelly. “Uno che interpretava bene la sua epoca, e quella Costa Azzura della dolce vita e dei business con gente come Aristotile Onassis. Alberto non è così, lui somiglia moltissimo alla madre. È come lei, riflessivo, apparentemente timido. Anche Grace sembrava un’acqua cheta ma era una grande donna d’affari. Alberto poi non è tipo da accordi con Onassis. Il principato è ricco perché è un paradiso fiscale, ma lui tiene moltissimo al seggio alle Nazioni Unite, all’entrata nel Consiglio d’Europa, a un futuro ingresso nell’Unione europea. Il padre era stato accusato di governare come un dittatore; lui cerca di essere più politicamente corretto, anzi più monarchicamente corretto”. Monarchicamente corretto in un regno grande 2 chilometri quadrati, con 32 mila abitanti e pochi problemi; sembrerebbe un’operazione facile. Forse non lo è troppo, se davvero vorrà tentare di conciliare i benefici da paradiso fiscale e le regole internazionali. Forse sarà un problema più serio dei pettegolezzi sulle inclinazioni gay, dopo le modifiche legislative, e con tutti quei nipoti» (Maria Laura Rodotà, “Corriere della Sera” 24/3/2005). «Unico e autentico principe azzurro (scapolo impenitente) capace ancora di far sognare milioni di fanciulle [...] Brooke Shields, negli anni 80, è stata la più scottata dalla cotta per il bel Principe, conosciuto a un torneo di tennis [...] Agli onori della cronaca balzano la love story con una Claudia Schiffer al climax del fulgore, che per oltre un anno veleggia alla grande in quel di Monaco, ma poi prefersice il mago Copperfield. Arriva allora Naomi Campbell. La Venere nera non preferiva forse tipi più “rudi” del gentile e raffinato Alberto? Poco importa, è il 1995 e il Principe confida a un amico: “Navigavamo al largo di Monaco e Naomi ha detto che era una delle più belle città del mondo. Ho risposto che sarebbe ancora più bella se lei ci vivesse come mia consorte”. Comunque siano andate lo cose, non è l’amore di una vita [...] Tra amori di fiaba veri o presunti per star indiscusse della bellezza, s’infilano le forme italiche di Maria Teresa Ruta, Rosy Greco, Patrizia Pellegrino e tante altre [...] la bruna Ines Sastre e gli occhi a mandorla di Gong Li» (Enrica Roddolo, “Sette” n.18/1998) • Per fargli piacere, Ranieri cambiò la legge e stabilì che sarebbe potuto diventare re anche senza sposarsi: «Tutti si preoccupano per il mio celibato, sento quasi una grande ossessione collettiva a riguardo. Ma io sono molto calmo. Non sento l’urgenza assoluta di dovermi sposare subito. Un matrimonio dev’essere sempre una scelta ponderata» (“La Stampa” 26/5/2001) • «[...] grande passione, dopo le donne, lo sport: “I miei genitori hanno sempre incoraggiato me e le mie sorelle a praticare sport, anche se non hanno dovuto spingermi più di tanto, perché l’attività fisica mi è sempre piaciuta, così come la competizione. I miei primi due sport sono stati calcio e nuoto. Poi sono passato al judo e via via agli altri. Oggi posso dire di aver gareggiato in 17 diverse discipline a livello competitivo [...] Volevo a tutti i costi imparare a guidare un bob. Mi piaceva anche l’idea di portare nel principato una disciplina e un mezzo che nessuno aveva mai potuto vedere se non in televisione [...] Mai avrei pensato che quello sarebbe diventato il mio primo sport [...] Ogni Olimpiade ha lasciato in me un segno diverso. La prima, quella di Calgary 1988, forse è impressa nella memoria più delle altre [...] Di Albertville 1992, invece, al di là delle splendide cerimonie d’apertura e di chiusura, resta il rammarico: le diverse gare si svolgevano in località molto distanti tra loro e questo andava a scapito di quell’atmosfera tipica dei Giochi. Non si fece vita di villaggio [...] La Parigi-Dakar è stata un’avventura meravigliosa, sicuramente più esotica di quanto non sia il bob [...] Il mio ricordo è quello di una gara vera e non di una semplice operazione commerciale [...] Ho il privilegio di essere il più giovane membro del Cio» (Daniele Bresciani, “La Gazzetta dello Sport magazine, n. 32/1998).