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 2002  febbraio 12 Martedì calendario

BALASSO Natalino Porto Tolle (Rovigo) 2 dicembre 1960. Comico • «Un buon successo nello Zelig tv […] diventato celebre interpretando l’attore porno che lotta contro il doppiaggio dei film, talmente celebre da mandare in classifica il suo [

BALASSO Natalino Porto Tolle (Rovigo) 2 dicembre 1960. Comico • «Un buon successo nello Zelig tv […] diventato celebre interpretando l’attore porno che lotta contro il doppiaggio dei film, talmente celebre da mandare in classifica il suo [...] libro, Si divertono tutti alle mie spalle, con oltre 40.000 copie vendute, e da risultare molto votato alle ultime elezioni, nonostante non fosse candidato da nessuna parte, solo per aver presentato nei suoi show l’ironico ”Listone Balasso, il buco con il partito intorno”. Il motto del partito? ”Se avanzo seguitemi, se mi fermo non facciamo scherzi!”. Dice: ”Il cabaret è più facile da fare in tv, perché lavori con l’atteggiamento di chi deve catturare l’attenzione tra il rumore di piatti e bicchieri. A teatro le cose sono diverse: lavori sulle sfumature, eviti i tormentoni che in tv sono invece fondamentali. Amo il teatro e adoro l’arte del monologo e il modo straordinario in cui l’hanno affrontata personaggi come Fo o Gaber”» (e.a., ”la Repubblica” 13/11/2001) • «Alias il professore di Storia universale Anatoli Balasz, alias l’attore di film porno autore del cult Si divertono tutti alle mie spalle [...] Dopo avere pubblicato [...] alcuni libri umoristici, tipo Operazione buco nell’acqua (Sperling & Kupfer, 1994) [...] si è fatto prendere dalla sindrome Faletti e ha scritto un libro serio. Un romanzo giallo, o mezzo giallo e mezzo nero [...] Si intitola L’anno prossimo si sta a casa (Mondadori, 180 pagine, 13 euro), ed è a tutti gli effetti un libro singolare. [...] un romanzo di intreccio, una sceneggiatura che sembra ricalcata su Frantic di Roman Polanski: storia di una coppia sui sessanta, lui appena pensionato, lei insegnante di inglese, che se ne va a Creta per la vacanza di tutta una vita, un balzo esotico dalla vita di provincia a Chioggia nel Mediterraneo più caldo e cosmopolita. Con il prevedibile risultato che la vacanza si trasforma in un’avventura mozzafiato. Ma al di là della trama, ciò che può sorprendere è lo stile di Balasso. Perché invece di reinventarsi come giallista, il comico di Rovigo si cerca uno stile insinuando nella trama numerosi ”stand up’, o certi piccoli ”one man show’, in cui il cabarettista si fa sentire: ”La femmina, indaffarata e scattante, nonostante i 59 anni, ma portati bene dicono (come se gli anni si portassero e non si perdessero piuttosto per strada), rovistante nei cassetti, nei cassettoni, nei cassettini alla ricerca di cose da portare, persino le più piccole, che possano casomai servire anche solo un po’ per il viaggio. Lungo viaggio. Ogni tanto sposta il marito inutile alla bisogna e parato davanti al suo parare come una statua, con in mano una tazzina di caffè, stanco di fumare più il caffè che il marito, che rimanda ancora un poco la sigaretta micidiale del dopopranzo”. Insomma un andamento più o meno così. Al centro di tutto c’è ”il celebre disco di Festos”, che viene rubato dal museo di Heraklion. Ogni assonanza con il Topkapi di Eric Ambler dev’essere fortemente voluta. D’altronde Balasso è un comico che non rinuncia alla cultura. Chi l’ha visto recitare alcuni testi di Achille Campanile (Il tasso del tasso del Tasso) ne ha apprezzato la versatilità. Premiato per il teatro nell’edizione 2004 del Premio Satira politica di Forte dei Marmi, il professor Anatoli Balasz, 44 anni di Rovigo (lì vicino, Porto Tolle per la precisione), è riuscito a mettere insieme uno stile. Velocità narrativa, dialoghi ellittici, perché chi vuol capire capisca: ”’Buono questo vino, come si chiama?’ ”Vino’, dice l’oste, di formazione socratica”. poi certe inserzioni descrittive in cui parla l’umorista, l’osservatore che non rinuncia a scherzare: ”Le dune si riempiono presto di cartacce e di bottigliette e Settimo pensa che questo è il segno della presenza di italiani”. [...]» (Edmondo Berselli, ”L’Espresso” 2/12/2004).