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 2002  febbraio 21 Giovedì calendario

Dahl Sophie

• . Nata a Londra (Gran Bretagna) il 15 settembre 1979. Modella taglie forti. «Modella sinuosa dalle misure armoniosamente ipertrofiche (100-75-100, taglia 46), ha fatto della seducente burrosità la chiave di volta della sua carriera [...] I francesi l’hanno definita ”Sophie la polpeuse”, gli italiani ”trop model” e gli americani l’hanno riconosciuta come la nuova Anita Ekberg. Ma i più cattivi sono stati i suoi connazionali inglesi che sulle riviste pettegole l’hanno ribattezzata ”Sophie, so fat”. [...] testimonial antianoressia per stilisti come Laney Keogh e Karl Lagerfeld [...] la talent scout e musa delle riviste patinate del Regno Unito, Isabella Blow, la scovò piangente per strada e la fece salire sul suo taxi urlandole: ”Ehi baby, lo sai che piangi proprio come una coniglietta di ’Playboy’?”. Blow le fissò subito un appuntamento con la fotografa di culto Ellen von Unwerth. Colpo di fulmine: ne seguirono servizi nude look su ”Visionaire” e su ”i-D”, bibbia delle tendenze. Il successo è arrivato tra i litigi e la disapprovazione della madre, scrittrice e avventuriera, incline agli amori facili, e che era solita trascinare la figlia Sophie da un continente all’altro da un marito all’altro [...] un nonno particolare: Roald Dahl, il più importante scrittore inglese vivente di fiabe per bambini. Autore fra l’altro di La fabbrica del cioccolato, storia di un bambino che diventa proprietario di uno stabilimento dolciario dove scorrono fiumi di cacao e di crema. Nei quali il bambino si tuffa insieme al nonno» (Davide Burchiellaro, ”Panorama” 19/11/1998). «1.83 d’altezza, 106 di seno [...] Paradigma di una bellezza ”over” [...] Racconta che da bambina era magra: ”Mi sono sviluppata negli anni del collegio, quando mangiavo in continuazione [...] in mezzo a una generazione di magre tendenzialmente anoressiche, è meglio essere diversa. Anche perché la bellezza è possibilità di sentirsi contenta di chi sei e come sei, la mia allegria e la mia ironia sono i segnali indiscutibili del mio equilibrio e del mio compiacimento” [...]» (Lucia Castagna, ”Sette” n. 44/1998).