Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 21 Giovedì calendario

Dalle Beatrice

• (Beatrice Cabarrou) Brest (Francia) 19 dicembre 1964. Attrice. Resa celebre dal film Betty Blue • «Mio padre era un gitano romeno, sono nata a Brest in una roulotte. Di soldi da ragazzina ne ho visti pochi. Vengo dalla ”zone”, come noi chiamiamo i bassifondi. Me ne sono andata di casa a 14 anni, poi nell’86 ho avuto una gran botta di fortuna [...] Camminavo sugli Champs Elysées e mi ha notato un talent scout. Poco tempo dopo mi ha ingaggiata Jean Jacques Beinex per girare Betty Blue. Allora non avevo ancora 22 anni, non avevo mai pensato al cinema, e poi, ancora oggi, non mi considero una attrice [...] Perché non ho mai interpretato un ruolo. I registi mi hanno sempre chiesto di raccontare me stessa. Non sarei mai in grado di recitare [...] Jim Jarmusch e Abel Ferrara. Sono due tipi generosi e autentici. Con Jarmusch ho girato un episodio di Taxisti di notte e con Ferrara Black out» (Eleonora Attolico, ”L’Espresso” 8/2/2001). Nota per il carattere difficile: «Nel 1998 fuggì da una sfilata in costume a piazza San Lorenzo in Lucina a Roma, dove era stata annunciata la sua partecipazione come testimonial, solo perché c’erano stati dei normali ritardi tecnici. Sempre nel 1998 fu fermata a Parigi per uno schiaffo ad una poliziotta che le stava facendo una multa per sosta vietata. In quell’occasione prese una denuncia per oltraggio e violenza a pubblico ufficiale. Andando più indietro nel tempo si arriva a un fermo per cocaina nel 1995, con una precendete condanna a sei anni con la condizionale e cinque milioni di multa nel 1992 per furto di gioielli a Parigi» (Romana Liuzzo, ”la Repubblica” 29/1/2001). «[...] un personaggio che sembra uscito dalla pagine di Baudelaire e che i ruoli interpretati sul set hanno finito per confondere con il suo modo di essere. E viceversa. Béatrice Dalle, che ha conosciuto personalmente il carcere per una storia di droga in America e per aver rubato gioielli nei grandi magazzini di Parigi, da tempo frequenta le prigioni con spirito di solidarietà o forse, come ha scritto Adorno, perché l’amore è un modo di riconoscere il simile nel dissimile. durante queste visite che ha conosciuto il suo futuro marito [...] Nel cinema è la strega, la femmina fatale, la giovane ribelle, la nuova Lolita, l’angelo del male di cui possiede aureola e forme fisiche: un’esplosione di sessualità, seduzioni ambigue, sguardi intensi e provocanti. Il suo sorriso, segnato da una dentatura particolare ed eccessiva, è diventato un vezzo, una nota fascinosa. Bellezza pura, quasi animalesca, che i registi - Bellocchio, Lelouche, Honore, Doillon, Nabuhiro, Haneke - amano immediatamente, anche se è famosa per non leggere le sceneggiature e per portare sul set il suo spirito ribelle. Sensualità pura, soprattutto nelle scene d’amore. Una volta ha detto: ”Io mitizzo l’amore, non esiste niente altro”. Il tempo dei Lupi, Trouble every day, H Story, La Belle histoire, Clean e Process fanno conoscere al grande pubblico una ragazza [...] che è sempre stata un po’ così anche nella vita reale. Nata a Brest, nel 1964, cresciuta a Le Mans, lascia la famiglia a 14 anni, arriva a Parigi con una sacca di vestiti e un pipistrello tatuato sulla spalla. una donna già bellissima e formata, che ha rimosso la sua infanzia difficile: ”In famiglia avevamo poco per noi e niente in comune”. Il padre, un gitano, avrebbe voluto darla in sposa a 13 anni. Un fotografo, che ”mitraglia” il suo incantevole viso all’uscita di una stazione del metrò, fa la sua fortuna. Joel Starr, il re del rap francese, quello del complesso NTM (che i fan traducono ”nique ta mere”, letteralmente ”fotti tua madre”), diventa il suo compagno per diversi anni. [...]» (Massimo Nava, ”Corriere della Sera” 8/1/2005).