varie, 21 febbraio 2002
DAMATO
DAMATO Mino (Erasmo) Napoli 1 dicembre 1937, Roma 16 luglio 2010. Giornalista. Conduttore tv • «[...] a metà anni Sessanta aveva lavorato da giornalista nella redazione de ”Il Tempo”, diretto allora da Gianni Letta. Un dissidio forte con l’illustre direttore lo aveva portato ad abbandonare il campo e ad approdare alla tv. Era stato al Tg1 diventando inviato di guerra, poi la questione delle sfide da perseguire e una curiosità senza tregua per scienza, altri mondi, divulgazione e così via lo portano negli anni a partecipare o lanciare numerose trasmissioni a tema. La popolarità arriva nel 1983 con la conduzione quotidiana insieme a Enrica Bonaccorti di ”Italia Sera”, rotocalco di tutto un po’, che portava al tg principale. Damato si conquista così nel 1985 la conduzione di ”Domenica In” (insieme a Elisabetta Gardini e con il trio Lopez-Marchesini-Solenghi). L’edizione passa alla storia televisiva soprattutto per la performance di Damato medesimo, quando in una puntata decide di affrontare in diretta la prova della passeggiata sui carboni ardenti. Forse da subito la sua conduzione in uno dei principali programmi Rai era stata giudicata troppo seriosa, forse andava solo di conseguenza con le proprie attitudini, fatto sta che quello che poteva essere una sorta di scherzo (ma che lui non affrontava così) gli rimane appiccicato indelebile a vita, con contorno di parodie alla Grillo (che rifece la camminata, ma sulla pizza calda) o il soprannome ”Mino Damianto”. Sul finire degli anni 80 conduce tre fortunate edizioni di ”Alla ricerca dell’arca”, anche qui divulgazione, scienza, futuro e passato possibili: ma con i tempi che vanno cambiando inesorabilmente, Damato si ritrova fuori dal mainstream televisivo. Accentua così la sua vena di divulgatore in proprio, diventa un ospite fisso da Costanzo per parlare di scienza, esplorazione ma soprattutto solidarietà. Si dedica a una vita di attivismo forte su temi forti, come la diffusione dell’Aids, arriva ad adottare una bambina rumena di 5 anni, Andreia, sieropositiva, che muore nel 1996: da qui la fondazione di una Onlus, ”Bambini in emergenza”. Le apparizioni in tv ormai del tutto diradate, alcuni tentativi di entrare in politica non coronati da successo (tra An e Forza Italia [...]), a rinsaldare quell’amarezza di fondo che è stata il suo tratto distintivo accomunato a una generosità di impegno, convinzioni e speranza che non lo hanno mai abbandonato»(Antonio Dipollina, ”la Repubblica” 19/7/2010).