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 2002  febbraio 21 Giovedì calendario

Scandalo negli States perché il "New York Times" ha ammesso di aver pubblicato un reportage su un bambino schiavo inventato di sana pianta

Scandalo negli States perché il "New York Times" ha ammesso di aver pubblicato un reportage su un bambino schiavo inventato di sana pianta. Titolo del pezzo, pubblicato sul magazine domenicale del quotidiano in edicola il 18 novembre: "E’ Youssef Malè uno schiavo?’". L’autore dell’articolo, Michael Finkel, descriveva in tono appassionato le esperienze di un adolescente africano venduto in servitù a una piantagione di cacao della Costa d’Avorio. La direzione del New York Times , per scusarsi coi lettori, ha scritto un comunicato : «Abbiamo scoperto troppo tardi che non era vero nulla. Youssef Malè non è mai esistito, o meglio, è il ritratto composito delle esperienze di tanti ragazzi di quel paese che non si applicano a un singolo individuo». Finkel, star del giornalismo free-lance (nel 2000 ha vinto un premio Livingston per il giornalismo internazionale con un articolo sui profughi haitiani), collaboratore fisso del New York Times, è stato messo alla porta (ma alla "Old Gray Lady", in queste ore, traballano poltrone anche nella sezione "verifica notizie" che avrebbe dovuto distinguere tra fatti e invenzioni). Gaffe simili, in passato, erano capitate ad altre importanti testate e pure alla Cnn, quando disse che il Pentagono aveva usato gas nervino contro civili nel Laos. Per il "New York Times’", che da 150 anni si fregia del motto "All the news that fits to print" (tutte le notizie che meritano di essere stampate), si tratta del primo abbaglio.