Monica Mazzotto su La Stampa (tSt) del 06/02/02 a pagina 3., 6 febbraio 2002
Per sopravvivere alle basse temperature, alcuni animali a sangue freddo (artropodi, pesci, anfibi e rettili) usano sistemi particolari: il rospo comune (Bufo Bufo) si sotterra a una profondità dove la temperatura rimane più elevata e costante
Per sopravvivere alle basse temperature, alcuni animali a sangue freddo (artropodi, pesci, anfibi e rettili) usano sistemi particolari: il rospo comune (Bufo Bufo) si sotterra a una profondità dove la temperatura rimane più elevata e costante. La rana leopardo (Rana pipiens), la tartaruga azzannatrice (Chelydra serpentina) e la testuggine palustre (Chrysemys picta) passano l’inverno sotto lo strato di ghiaccio che si forma sulla superficie degli stagni: la rana e la tartaruga azzannatrice riescono a catturare l’ossigeno disciolto nell’acqua e a rilasciare anidride carbonica attraverso la pelle, mentre la testuggine palustre può stare senza respirare anche per tre mesi. Molti bachi e insetti, invece, hanno nel loro corpo sostanze anticongelanti, come il glicerolo: con questo sistema la larva della vespa Brachon vive a temperature che si aggirano intorno ai 47 gradi sotto lo zero. La Rana sylvatica si lascia ibernare viva: cristalli di ghiaccio si formano tra una cellula e l’altra senza danneggiarle, cessa la respirazione, si bloccano i muscoli, gli occhi si congelano. Ai primi caldi, la rana sylvatica esce dallo stato d’ibernazione e depone subito le uova, anticipando tutte quelle specie che invece sono ancora imprigionate dalle lastre di ghiaccio che coprono le paludi.